Riapertura delle piste da sci I sindacati trentini frenano Ma Thöni: non ci si contagia
Anche i sindacati trentini prendono posizione sulla vicenda rovente della stagione sciistica, che rischia di non partire per Natale: le Regioni vorrebbero dare l'ok con nuove linee guida anti-covid, il governo continua a dire di no.
«La stagione turistica invernale ha una valenza fondamentale per l’economia trentina visto che dà lavoro a migliaia di addetti ogni anno. Per questa ragione crediamo sia importante fare tutto il necessario per offrire una concreta opportunità alla ripresa delle attività turistiche in inverno, ben sapendo che questa dipenderà in tutto e per tutto dall’evolversi della situazione epidemiologica».
Lo scrivono i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti.
«È vero che oggi c’è un lento miglioramento a livello nazionale ma le cose potrebbero anche tornare a peggiorare. Le conseguenze di una nuova esplosione dei contagi, tra l’altro avrebbero effetti devastanti sul piano della salute pubblica, dell’economia e del lavoro.
Per questa ragione riteniamo indispensabile, in questa fase, evitare dichiarazioni demagogiche e irresponsabili fughe in avanti».
Ma dopo Federica Brignone e Alberto Tomba, arriva a dar manforte ai fautori delle aperture controllate, anche il campionissimo altoatesino Gustav Thöni: «Sarebbe una brutta notizia non aprire piste da sci, noi viviamo di questo. Si può sciare in sicurezza, al massimo sono più le funivie il problema. Al governo dico che da noi si potrebbe sicuramente aprire, siamo una località piccola e la gente si può tenere a distanza». Il plurimedagliato della valanga azzurra anni Settanta ha parlato a Rai Radio1, a "Un giorno da pecora". Oggi Thöni gestisce un’attività alberghiera a Trafoi.
«Le Regioni oggi hanno consegnato delle linee guida sulle quali ci confronteremo quando ci saranno le condizioni per riaprire, oggi non ci sono. Valuteremo nel prossimo Dpcm se ci saranno le condizioni e per fare cosa», ha dichiarato il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ieri pomeriggio, raffreddando le aspettative delle aree turistiche di montagna.
Prima di lui anche il ministro della salute, Roberto Speranza, aveva escluso che si potesse pensare a riaprire le piste da sci: a suo avviso le vacanze sulla neve riproporrebbero lo stesso scenario di ripresa epidemica visto in agosto con gli italiani in ferie al mare, anche all'estero.
E ieri anche il premier Conte è stato chiaro: "Non possiamo permetterci errori, niente assembramenti, sci e settimane bianche per il momento sono troppo rischiosi".
Con l'immediata risposta dell'assessore trentino Failoni: "Per noi è un danno da un miliardo di euro, non possiamo accettarlo".