Frutteti, raddoppiati in Trentino gli ettari di "biologico", e diminuisce del 20 per cento il consumo di pesticidi
Negli ultimi anni quattro anni in Trentino sono raddoppiati gli ettari di frutteti biologici, passati dai 510 del 2016 ai 1.071 del 2019. Inoltre, rispetto al 2016, anche il numero di apicoltori nel territorio è aumentato, passando dai 1.755 del 2016 ai 2.060 del 2019 e da circa 25.000 ad oltre 35.000 arnie. Sono alcuni dei dati contenuti nel nuovo «Bilancio di sostenibilità», il rapporto periodico sullo stato della frutticoltura realizzato nel contesto del progetto «Trentino frutticolo sostenibile» - promosso da Apot, l’associazione produttori di ortofrutta del Trentino assieme ai Consorzi Melinda e la Trentina.
Per quanto riguarda l’utilizzo di fitofarmaci, dice il rapporto, dal primo bilancio del 2016 a quello del 2019 la riduzione media annua è stata di oltre il 20% in termini di kg di principi attivi per ettaro ed un miglioramento del 30% del profilo di rischio.
Dai controlli sui residui nelle mele emerge che, negli ultimi quattro anni, sui 1.874 campioni analizzati il 99% è risultato conforme. Più in dettaglio, nell’arco temporale 2016 - 2019 sono state ricercate 886.034 sostanze attive, di cui il 99,9% ha dato risultato «non rilevabile» o con residuo inferiore al 30% del limite massimo ammesso dalla legge.
«Questo bilancio indica che il Trentino ha anticipato una tendenza - ha affermato il presidente di Apot Ennio Magnani durante la presentazione alla stampa - poiché la sostenibilità rappresenta un valore aggiunto della nostra produzione. La cooperazione e un sistema organizzato offrono garanzie per la produzione e per l’alimentazione in generale».
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