Primo maggio: i commercianti apriranno i negozi, ma i sindacati non ci stanno e invitano al "boicottaggio"
Cgil, Cisl e Uil condannano la scelta di non rispettare la Festa dei lavoratori e invitano i consumatori ad astenersi dallo shopping, in segno di solidarietà. In città oggi anche un volantinaggio del sindacato Usb contro le aperture e per chiedere l'appoggio dei clienti. Gravante (Federmoda): "A Trento gran parte dei negozi pronti ad aprire, segnale di fiducia dopo un anno di pandemia"
TRENTO. Contrapposizione fra commercianti e sindacati sulle aperture del Primo maggio, Festa dei lavoratori.
Gli imprenditori, disastrati dalle restrizioni di questi mesi, vogliono tenere aperto e così in gran parte sarà; i sindacati chiedono (inutilmente) una giornata di respiro per i lavoratori, a cominciare da quelli da sempre impegnati in prima linea, come i dipendenti dei supermercati, che fra l'altro non hanno ancora potuto essere vaccinati e rischiano il contagio, tanto più in giornate di grande affollamento.
A caldeggiare le aperture è, per esempio, Confcommercio, che nel proprio sito trentino propone un avviso da affiggere sulle vetrine: "In vista della festività del 1° maggio, l'Associazione commercianti al dettaglio della provincia di Trento mette a disposizione dei propri associati un cartello da esporre nell'eventualità che l'esercizio osservi l'apertura nella giornata di sabato prossimo".
In città, oggi, fra gli altri, a sostenere le ragioni delle aperture anche Gianni Gravante (foto), presidente di Federazione moda Italia Trento e numero due della stessa organizzazione a livello nazionale, il quale con un cartello che invita a "festeggiare il lavoro" spalancando le porte il 1° maggio.
Federmoda sottolinea "il difficile momento che il settore sta attraversando a causa della pandemia" e comunica che "in tutta Italia c'è stata un'adesione unanime per lanciare un messaggio di fiducia aprendo eccezionalmente il Primo maggio".
Lo stesso Gravante spiega che da sondaggi effettuati nei social, "fra i commercianti di Trento è emersa la disponibilità di aprire gran parte dei negozi".
Contattata dall'Adige.it, Paola Bassetti, segretaria della Filcams in Trentino, ribadisce che Cgil, Cisl e Uil già due settimane fa avevano chiesto che tutti i negozi rimanessero chiusi sia il 25 aprile, festa della Liberazione, sia sabato 1° maggio.
L'appello dei tre sindacati, a due giorni della Festa dei lavoratori è chiaro, spiega Bassetti: i cittadini la celebrino anche evitando di recarsi nei negozi, supermercati o di altro genere, per inviare un messaggio di solidarietà al personale e di critica alle aziende che hanno voluto aprire persino il Primo maggio.
Va ricordato, aggiunge l'esponente della Camera del lavoro, che i tre sindacati si erano nuovamente fatti interpreti dello stato di "affaticamento, sconforto e preoccupazione" vissuto dai dipendenti, in particolare della grande distribuzione, che oltretutto restano in attesa della vaccinazione.
Si fa notare che, specie nei giorni di festa, con l'afflusso di molti clienti, per i lavoratori dei supermercati resta ancora troppo faticoso far rispettare le norme di distanziamento, l'uso corretto della mascherina e il divieto di assembramento.
I sindacati hanno evidenziato da tempo, fra l'altro, che il comparto della distribuzione alimentare è stato tra i pochi a registrare nel 2020 fatturati in crescita, almeno per i grandi marchi locali. Quindi rinunciare a qualche apertura festiva non sarebbe certo un grande sacrificio.
Sul fronte vaccini, Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno ribadito che non si chiedono certo corsie preferenziali a scapito dei soggetti fragili. Ma domandano all'Apss che subito dopo si pensi anche a questi 7 mila addetti dei supermercati del Trentino:
“Sono stati considerati lavoratori essenziali dal primo giorno di lockdown - osservano Cgil, Cisl e Uil - e non si sono mai fermati.
Il primo piano vaccinale, però, li ha ignorati escludendoli dalle categorie di lavoratori con priorità, creando delle discriminazioni rispetto ad addetti di altri settori.
Oggi non chiedono di passare davanti a nessuno, perché consapevoli di quanto sia preziosa una dose di vaccino per un anziano o una persona con pesanti fragilità. Conclusa la fase di vaccinazione dei soggetti più a rischio, questi lavoratori si aspettano che la loro disponibilità e soprattutto il rischio in cui operano da un anno siano giustamente riconosciuti”.
Oggi in centro volantinaggio dell'Unione sindacale di base per dire che "il Primo maggio non si tocca" e chiedere che sia davvero la festa di tutte le lavoratrici e i lavoratori. Da qui un appello ai consumatori per un boicottaggio dei negozi aperti: "Caro cliente, ti chiediamo di aiutarci, per la tua spesa organizzati prima e non andare nei negozi sabato primo maggio, affinché la grande distribuzione (che pensa solo al profitto) capisca che anche tutte le lavoratrici e i lavoratori del commercio hanno il diritto di godersi questa festività. Abbiamo bisogno della tua solidarietà".
Firmato Usb e lavoratori dell'Orvea. Hashtag: "Noi non siamo in vendita".
Dove i negozi non essenziali resteranno certamente chiusi sia sabato sia domani sarà nei centri commerciali, per i quali vige ancora il divieto disposto dal governo nazionale per le giornate festive e rpefestive, una misura peraltro contestata dagli operatori del settore, anche in Trentino, che denunciano la concorrenza asimmetrica, visto che i negozi in altri luoghi restano aperti. Inoltre, contestano che i centri commerciali, visti i protocolli di prevenzione e i controlli eseguiti, siano luoghi di maggiore diffusione del virus.