Catullo Spa, le perdite da coprire: dalla Provincia di Trento arrivano 9,3 milioni di euro
L’assessore all’Economia Achille Spinelli difende l’investimento: aeroporto di Verona fondamentale in chiave Olimpiadi invernali del 2026
VERONA. Mica noccioline: 9,3 milioni di euro. Sono risorse concepite per continuare ad avere voce in capitolo nella gestione dell'aeroporto di Verona. Nella manovra finanziaria anti Covid della giunta Fugatti, che la prossima settimana sarà discussa in consiglio provinciale, non ci sono solo i 2,9 milioni di euro per partecipare ad Itas Mutua). Ci sono anche 9,3 milioni per l'aumento di capitale di Aeroporto Catullo spa. Va detto che, come per tutte le infrastrutture aeroportuali, Covid-19 ha lasciato cicatrici pesanti.
Il "Catullo" nel 2020 ha avuto 1.040.555 passeggeri: un crollo del 71,4%. Che, a chiusura di esercizio, si è tradotto in 12,4 milioni di perdite a conto economico. Il guaio è che l'importo si somma alle perdite pregresse: altri 27 milioni. Ed è in programma la prima tranche di 35 milioni di investimenti per dare corso al "Progetto Romeo" (da 60 milioni) per ammodernare l'aeroporto. Un intervento improcrastinabile, soprattutto in vista dei Giochi olimpici invernali del 2026.In questo contesto, la Provincia di Trento è chiamata a metter mano al portafogli. Una parte della cifra, meno della metà, è una scelta obbligata.
La Provincia, dopo lo scioglimento del veicolo societario Aerogest condiviso con i soci Provincia di Verona, Comune di Verona e locale Camera di commercio, partecipa direttamente a Catullo spa con il 14,23% del capitale. E deve quindi ripianare pro quota le perdite, perché intaccare le riserve della società equivale ad un depauperamento del patrimonio della stessa Provincia. Il problema, quindi, si pone per la quota (5,5 milioni) a sostegno degli investimenti, che ha l'obiettivo di mantenere l'attuale peso societario: i quattro soci pubblici, legati da un patto parasociale dopo la fine di Aerogest, possiedono insieme il 47,02% di Catullo spa.
Sullo sfondo, il nodo è quello di sempre: il ruolo del socio Save spa. Il Gruppo Save, che fa capo alla holding Milione spa (imprenditore-finanziere Enrico Marchi), è il partner industriale che gestisce l'aeroporto di Verona in concessione alla spa Catullo: ne detiene il 41,65%. Ed è un primario operatore del settore: gestisce direttamente il Marco Polo di Venezia e il Canova di Treviso (80%), che insieme fanno (anno 2019, pre Covid) 14,8 milioni di passeggeri: 11,56 milioni Venezia, 3,2 Treviso. Mentre il Catullo ne aveva registrati 3,63. Il punto è che i partner pubblici veronesi, dove comanda la Lega, temono il socio "veneziano" Save che ha contribuito al rilancio del "loro" aeroporto. E quindi vogliono mantenere la quota di controllo.
Ma perché dovrebbe metterci dentro soldi, partecipando all'aumento di capitale, anche la Provincia di Trento? Per fare un piacere agli amici leghisti veronesi?«Contare qualcosa o contare nulla: questa è la scelta. Non è una questione di simpatie politiche» risponde l'assessore allo sviluppo economico della Provincia, Achille Spinelli. Che precisa: «Mettiamo a bilancio l'importo. Ma è una cifra potenziale. Non è certo che la spenderemo. L'aumento di capitale non è ancora stato deliberato. Ci sono diverse ipotesi in campo, ma se l'intervento ci sarà, saremo pronti. L'aumento di capitale serve a realizzare gli investimenti anche in vista delle Olimpiadi invernali 2026: investimenti strategici per il Trentino».
Ma perché non lasciare che sia il socio privato ad investire nella struttura che gestisce, riservandosi, come soci pubblici, un controllo attraverso lo statuto o un patto parasociale? «Come soci pubblici» dice Spinelli «vogliamo garantire il controllo pubblico in via provvisoria. Posto che si concretizzi l'aumento di capitale, è chiaro che non sarà a lungo termine: non siamo operatori industriali e ci serve un operatore che sappia gestire e investire».
Save, cioè Marchi? «Non ci sono all'orizzonte, in un momento così delicato, altri operatori industriali» aggiunge Spinelli «intanto manteniamo il controllo, poi verifichiamo quali altri soggetti, anche pubblici, potrebbero subentrare. Le ambizioni sul Catullo sono notevoli. In prospettiva serviranno più dei 60 milioni di investimenti previsti. Ora, lo stiamo brandizzando in ottica 2026: il Catullo sarà il fulcro dell'appuntamento olimpico».