I ristoratori riuniti al Mart: le prospettive per uscire dall'incubo della crisi
Una delle categorie più colpite dagli effettie conomici della pandemia riflette su un futuro che sarà caratterizzato da cambiamenti sociali significativi, indotti anche dal perdurare del telelavoro e dal ricorso crescente ai pasti consegnati a domicilio
PREVISIONI Ritornano anche i turisti stranieri, per l'estate in arrivo molti tedeschi e francesi
INVERSIONE In Trentino comincia a rallentare la caduta delle imprese
IL BANDO Turismo, mancano 5 mila stagionali, allarme per le riaperture
I DATI In Trentino, turisti crollati del 32%, nel 2020 perdite per oltre 600 milioni
LA CRISI Mamma, ho perso i turisti: gli albergatori furiosi con il governo
TRENTO. Si è svolta al Mart di Rovereto l'Assemblea annuale dell'Associazione ristoratori del Trentino.
L'incontro è stato l'occasione per fare il punto sull'emergenza Covid-19, ricordando che il 2020 ha rappresentato per la ristorazione in Italia quasi un bollettino di guerra.
Il saldo delle imprese registrato nei servizi di ristorazione a livello nazionale segna nei servizi di ristorazione un risultato negativo di 13 mila unità, con una perdita occupazionale di almeno 350 mila unità lavoro.
«Bisogna sottolineare - spiega il presidente dell'Associazione Marco Fontanari - che il 97,5% delle imprese ha dichiarato un calo di fatturato rispetto al 2019 in grandissima parte (quasi il 60%) consistente in oltre la metà del fatturato stesso. Un dato positivo, mi preme sottolineare, lo abbiamo nella percezione dell'importanza che le associazioni di categoria hanno ricoperto in questo anno durissimo, lo denota il fatto che gli associati sono aumentati rispetto al 2019».
«Dal 2020 emerge un quadro complesso di un settore che ha sofferto moltissimo, ma che - forse irresistibile segnale di un mondo "aperto" ed ottimista per carattere e vocazione - scorge la luce in fondo al tunnel: colpisce infatti quell'85% dei ristoratori che ha sostanzialmente fiducia di tornare nel 2021 a svolgere la propria professione ai livelli pre-pandemia. Si pensa quindi di tornare al passato, ma senza l'illusione di essere quelli di prima: perché lo smartworking e le nuove abitudini di vita e consumo hanno stravolto equilibri territoriali, ritmi sociali e consuetudini di consumo (basti pensare alla nuova normalità del delivery).
Un'oggettiva ricognizione e comprensione di queste dinamiche non ne risolve certo la complessità, ma rimane tuttavia punto di partenza imprescindibile per chi voglia rendersi conto di cosa sta succedendo davvero al mondo della ristorazione, che nel 2020 ha vissuto l'anno più buio ma che, fortunatamente per il nostro Paese, non sembra intenzionato ad arrendersi».
Durante l'assemblea si sono collegati da Roma anche il presidente Fipe Lino Stoppani e il Direttore Roberto Calugi che hanno espresso soddisfazione per l'ottimo lavoro svolto dall'Associazione a livello territoriale e ribadito l'importanza del ruolo delle Associazioni di categoria durante questo difficile periodo.
Un plauso all'Associazione che il 28 ottobre scorso con la manifestazione Siamo a terra in Piazza Duomo e l'11 gennaio con la Manifestazione I grembiuli bianchi ha manifestato in maniera civile, portando in piazza i ristoratori per sottoporre all'attenzione pubblica il grido di aiuto e di allarme dell'intera categoria, si legge in una nota dell'Associazione.