Economia / La ripresa

L'export vola oltre il Covid: il fatturato mai così alto

Il presidente della Camera di Commercio Gianni Bort ottimista per il futuro: «Seppur con le dovute cautele, credo che si possa affermare che dal nostro sistema economico stiano emergendo chiari segnali di ripresa, con valori di crescita in alcuni casi superiori ai risultati nazionali»

di Chiara Zomer

TRENTO. Chi dal secondo semestre del 2021 si attendeva segnali di consolidamento della ripresa, sul fronte dell'export non è rimasto deluso: da aprile a giugno si è toccato il record. E l'enfasi non è eccessiva: mai nella storia - compresa l'epoca pre Covid - si era superata quota 1,1 miliardi di fatturato ricavato oltre i confini nazionali. Per la precisione, 1.147.493.000 euro.


Un dato che giunge a pochi giorni dai risultati sulla trimestrale dell'economia trentina in generale, anch'essi positivi, e che porta il presidente della Camera di Commercio Gianni Bort a mostrare un certo ottimismo: «Seppur con le dovute cautele, credo che si possa affermare che dal nostro sistema economico stiano emergendo chiari segnali di ripresa, con valori di crescita in alcuni casi superiori ai risultati nazionali».

Intanto il dato secco. L'export corre più che altrove. Se il tonfo post pandemia era stato più pesante che nel resto del Nordest, la ripresa sembra essere più veloce. In quest'ultimo trimestre ha fatto segnare un + 54,9%, che spicca sia rispetto al Nordest (che vede un pur significativo + 49,7%) sia rispetto al resto d'Italia (+ 49,1%).

Ma se è una novità nell'intensità dell'accelerazione, certo non lo è il trend. Già il primo trimestre dell'anno aveva visto aumentare le vendite all'estero (+ 8,2%), ma a ben guardare persino le ultime settimane del 2020 - pur dentro una congiuntura ancora pesantemente negativa - avevano mostrato segnali di risveglio. Sull'intero semestre la variazione è del 28%, il valore totale è di oltre 2 miliardi. Rispetto alle esportazioni, insomma, il Covid è già bello che archiviato. Basta dare un'occhiata allo storico: al di là del 2020, annus horribilis dell'economia mondiale, il Trentino segnava il passo, sull'export, anche nel 2019: gli ultimi due trimestri avevano visto un calo. Questo per dire che il mondo pre pandemia non era esattamente il miglior mondo possibile, tornare a quei numeri non significa davvero riprendersi. Anche per questo sono importanti i dati sull'export.

Dal punto di vista dei settori, i più internazionalizzati sono il manifatturiero, in particolare macchinari e apparecchi (20,1%), prodotti alimentari e bevande (17,4%), mezzi di trasporto (12,7%) e a seguire sostanze e prodotti chimici (8,7%), legno (8,5%), metalli (7,9%), gomma plastica (5,3%), tessile (5,2%), apparecchi elettrici (3,7%), agricoltura (3,3%). Ma dove si vende? L'Europa è il mercato naturale, qui è destinato il 72,6% dell'export (di cui il 57,2% verso i paesi Ue), ma sono in crescita l'America (16,2%) e l'Asia (7,9%).

Certo l'export resta un affare per aziende strutturate. Basti un dato: sono 1.200 le società trentine che si rivolgono al mercato estero, ma le prime 100 realizzano l'85% dell'export complessivo.Quanto alle importazioni, che valgono 728 milioni di euro (con un saldo commerciale positivo quindi di 419 milioni), riguardano soprattutto i mezzi di trasporto, legno e prodotti in legno, carta e stampa e prodotti chimici.

«Il buon andamento dei dati sull'export trentino - osserva il presidente Bort - non ci sorprende, se consideriamo la ripresa economica registrata nel secondo trimestre dell'anno dall'indagine congiunturale e che riflette un aumento del fatturato delle imprese superiore al 30%. Il trimestre ha fatto registrare il record storico nelle esportazioni con un valore mai raggiunto in passato. Seppur con le dovute cautele, credo che si possa affermare che dal nostro sistema economico stiano emergendo chiari segnali di ripresa, con valori di crescita in alcuni casi superiori ai risultati nazionali».

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