Telelavoro: che cosa succede con l'obbligo di green pass?
Il governo: l’assenza del certificato non può dare in automatico diritto al lavoro da remoto a chi non era già a casa per scelte organizzative. Sanzioni: nel settore privato sarà immediata la sospensione senza stipendio per chi si presenta senza green pass
IL DECRETO Dal 15 ottobre obbligo per i lavoratori. Fino a 1.500 euro per chi non l’avrà
TRENTO. Niente stipendio già dal primo giorno per i lavoratori del privato che si presentano senza green pass, mentre nel pubblico la sospensione scatta dopo cinque giorni di assenza ingiustificata.
Nel privato, dunque la sospensione del rapporto di lavoro e della retribuzione sarà immediata, il ricorso al telelavoro non è previsto come alternativa: «L’assenza del certificato non può dare in automatico diritto al lavoro da remoto», spiega il governo.
Accordi diversi sono lasciati alle parti, ma è evidente che se lo smart working fosse un automatismo per i lavoratori "no pass", verrebbero meno l'efficacia del decreto e il suo apparato sanzionatorio per incentivare la prevenzione quotidiana, l'immunizzazione e accelerare l'uscita dall'emergenza.
Viceversa, per i dipendenti già operativi in remoto per scelte organizzative, il green pass non è necessario.
Il punto, evidentemente, resta controverso e potrà dare adito a diverse interpretazioni pratiche: aziende che avevano già introdotto autonomamente l'obbligo di green pass in queste settimane hanno lasciato ai lavoratori l'alternativa di operare da casa.
Per i datori di lavoro che non effettuano i controlli sono previste inoltre sanzioni da 400 a mille euro, mentre dipendenti pubblici, privati e autonomi che verranno sorpresi in un luogo di lavoro senza il pass rischiano una sanzione da 600 a 1.500 euro.
E sanzioni sono previste anche per i magistrati ordinari: l'accesso senza il pass è considerato "illecito disciplinare" ed è sanzionato in base alla normativa di riferimento.
Sempre nella pubblica amministrazione, si attendono per i prossimi giorni linee guida su controlli e presenza: solo allora si conosceranno le regole per il telelavoro, ma pare escluso che possa essere un'opzione per chi è senza green pass.
Quello del ricorso al lavoro in remoto è un punto delicato, che il governo sembra intenzionato a monitorare con attenzione, dato che, come ha ripetuto ieri il ministro Brunetta, l'obiettivo del nuovo decreto è fare revenzione sui posti di lavoro ma più in generale mettere in sicurezza il Paese soprattutto spingendo anche i riluttanti a scegliere di vaccinarsi, contribuendo così alla immunità di comunità (dalle forme severe del covid che implicano l'ospedalizzazione).
L'auspicio del governo è che già da qui al 15 ottobre molti lavoratori scelgano al strada del vaccino evitando lo slalom scomodo tra sanzioni, sospensioni e incertezze interpretative.
In ogni modo, l'obbligo di green pass resterà in vigore almeno fino al 31 dicembre, quando scadrà lo stato di emergenza: dunque sono molte le settimane complicate per chi rifiutasse sia la vaccinazione sia il test ogni due giorni (se antigenico rapido) o tre (se molecolare).
La platea complessiva dei cittadini interessati dalla novità normativa arriva a 23 milioni di cui 14 milioni e 700mila impiegati nel settore privato.