L'Unione europea prepara sanzioni severe ma il gas dovrebbe restarne escluso (per ora)
Il G7: "Putin si è messo dalla parte sbagliata della storia". Il premier Draghi va a Bruxelles per il summit serale Ue nel quale saranno messe a punto le misure economiche contro Mosca. A Roma il consiglio nazionale di difesa: "Grave violazione del diritto internazionale, Mosca ritiri le truppe fuori dai confini ucraini". Putin parla agli industriali per rassicurarli ma non anticipa nulla sulle prossime mosse
ROMA. Questa sera l'Unione europea dovrebbe formalizzare le nuove sanzioni verso la Russia, dopo quelle limitate che erano state varate ieri per rispondere ai movimenti di truppe nel Donbass.
SI aggiungeranno dunque misure più severe allo stop ai commerci con i territori separatisi, alla lista nera di industriali e leader politici e militari, alla sospensione dei rapporti con le banche europee e alle altre decisioni già operative.
La Ue ha annunciato sanzioni economiche molto pesanti, specie su finanza e tecnologia, ma secondo le prime indiscrezioni ne dovrebbero restare escluse le forniture di gas.
Resterà da vedere, tuttavia, se queste ultime non potranno essere interrotte da altre decisioni nello scenario bellico.
Il premier Mario Draghi è partito per Bruxelles nel pomeriggio, dopo il consiglio supremo di difesa: in Belgio questa sera è atteso per il Consiglio straordinario Ue sulla crisi ucraina.
Nel pomeriggio, il presidente del consiglio è tornato a Palazzo Chigi per poi ripartire subito dopo. Nella seduta dell'organismo, l'Italia ha condannato l'offensiva russa e ha chiesto l'immediata cessazione delle ostilità, con il ritiro delle truppe russe fuori dai confini dell'Ucraina, definita "un Paese amico".
Il consiglio superiore di difesa parla di una grave violazione del diritto internazionale e invoca l'imposizione di sanzioni severe in coordinamento con gli altri paesi dell'Unione europea.
"L'Italia non deve finire in un vortice di guerra e bisogna agire con forza e lungimiranza", si legge nella nota diffusa dopo la seduta.
Anche il G7 chiede alla Russia una de-escalation: ritirare immediatamente le sue forze dall'Ucraina e fermare il bagno di sangue.
È durato due ore e si è concluso verso le 10.30, le 16.30 in Italia, il summit in videoconferenza dei leader del G7 che hanno discusso la risposta congiunta all'attacco "ingiustificato e non provocato della Russia all'Ucraina".
Lo rende noto la Casa Bianca, precisando che al vertice hanno partecipato il presidente Joe Biden, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il premier canadese Justin Trudeau, il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente del Consiglio Mario Draghi, il premier giapponese Kishida Fumio il premier britannico Boris Johnson.
Hanno partecipato alla riunione anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.
Il presidente Vladimir Putin ha "reintrodotto la guerra nel continente europeo, e questo lo mette dalla parte sbagliata della storia",afferma ancora il G7.
Il presidente russo, dopo il discorso in tv di questa mattina per ripetere le motizazioni dell'attacco in Ucraina, ne ha riparlato nel pomeriggio, in un incontro al Cremlino con i rappresentanti degli industriali, evidentemente preoccupati per i riflessi economici negativi di una guerra.
Putin ha tentato di rassicurare gli imprenditori e parlando brevemente ha soltanto ribadito quanto già detto più volte sulla supposta minaccia che l'Ucraina rappresenterebbe per la Russia.
Mosca continua a definire l'invasione dell'Ucraina "un'azione speciale per tutelare le popolazioni del Donbass e la nostra stessa sopravvivenza".
Una lettura totalmente fuorviante per giustificare una tragica azione militare che sta già facendo molte vittime in Ucraina.