Caro bollette, per l'Azienda sanitaria trentina un salasso extra da tre milioni
L'aumento dei costi per elettricità, gas e petrolio incide anche sul bilancio dell'Apss: per ospedali, uffici e ambulatori si stima un aumento del 12% nelel proiezioni 2022, cioè si passa da 23 a 26 milioni di uscite
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TRENTO. Il caro bollette, ovviamente e inevitabilmente, si abbatte anche sulla sanità. Una prima stima parla di quasi 3 milioni di euro in più da pagare nel 2022 rispetto a 2021 e 2020 (anni nei quali, tra l'altro, i costi erano già lievitati a causa della pandemia: un esempio, l'ossigeno). «I nostri consumi sono 24 ore al giorno e 7 giorni su sette, naturalmente. E vogliamo mantenere elevati gli standard di comfort per utenti e operatori».
A parlare è l'ingegnere Debora Furlani, direttore del Dipartimento infrastrutture dell'Azienda sanitaria. Che nelle scorse settimane, bollette, calcolatrice e contratti in mano, ha effettuato una proiezione sulle spese. «L'aumento è stimato in quasi 3 milioni di euro.
Nel 2020 abbiamo chiuso con una spesa di 22,7 milioni tra energia per riscaldamento - il multiservice, che rappresenta la voce più importante, energia per riscaldamento ma per le strutture escluse dal multiservice, energia elettrica e acqua. Il 2021 non è ancora chiuso, visto che le fatture sono complete fino a novembre per energia e gas, mentre l'acqua è fatturata fino al primo semestre: le proiezioni dicono che spenderemo 22,9 milioni.
Infine il 2022, che dovrebbe chiudersi con una spesa vicina ai 26 milioni (25,8): l'aumento del multiservice si aggira intorno ai 2 milioni, con un aumento del 12%. Poi l'energia elettrica dovrebbe portare a un aumento di spesa di 850 mila euro (+16%), mentre le altre voci, pur in crescita, sono meno impattanti».
Milioni di euro in più, quindi, che dovranno essere investiti nelle bollette. L'azienda sanitaria gestisce 42 immobili di proprietà (450 mila metri quadrati) e 80 immobili non di proprietà (70 mila metri quadrati) tra uffici e ambulatori. Come accennato su metrature, cifre e soprattutto esigenze come quelle dell'Apss non si può risparmiare: se negli appartamenti dei privati cittadini è possibile, con qualche accorgimento, riuscire a contenere alcune voci, questo in sanità è molto difficile se non impossibile. Alcuni margini ci sono sulle performance degli impianti e sull'efficienza delle strutture. Ma solo guardando i serramenti del "caro vecchio" Santa Chiara ci si rende conto che non è possibile.
«Il prezzo del petrolio - prosegue Furlani - va poi a incidere su tanti fattori. I quasi 3 milioni di aumento che si aspettiamo sono una parte, perché poi ci saranno le crescite dei costi delle materie prime che andranno a incidere sugli appalti. La benzina? Sì, l'Azienda ha un parco mezzi e l'aumento delle spese sarà inevitabile, ma nel totale sono cifre che non incidono in maniera così rilevante come le utenze».
Tornando ai dettagli tecnici sugli aumenti, alcune stime potranno essere più precise nei prossimi mesi, quando tra l'altro saranno definiti alcuni nuovi contratti di fornitura.
«Al momento la fornitura del gas, per alcuni edifici non principali dell'Apss è legata al prezzo, particolarmente vantaggioso, della precedente gara: era stato sottoscritto un prezzo fisso, che pertanto per alcuni mesi ancora non risentirà delle fluttuazioni dei mercati. Per il 2022 i fornitori riferiscono che gli scenari attuali non consentono proiezioni attendibili e ci sono le ipotesi di interventi statali che dovrebbero calmierare gli aumenti. A maggio e giugno l'Apss cambierà fornitura aderendo alle nuove gare di Consip per la componente gas e di Apac per l'energia elettrica».