Consumi in calo, la maggioranza dei trentini riesce a malapena a far quadrare il bilancio familiare
I dati elaborati dalla Camera di commercio fotografano una situazione preoccupante che prelude a un rallentamento dell'economia. All'origine l'aumento dei prezzi dei generi alimentari e dei prodotti energetici
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TRENTO. "I consumi delle famiglie rappresentano quasi il 60% del Pil provinciale e il sensibile deterioramento della capacità di spesa familiare, emerso dai dati presentati oggi, 30 novembre, dall'Ufficio studi e ricerche della Camera di commercio di Trento, delinea un quadro che preoccupa.
Si tratta di una contrazione correlata al generale aumento dei prezzi, soprattutto di quelli relativi a beni e servizi a cui le famiglie non possono rinunciare (alimentari, di luce e gas), che produrrà un inevitabile rallentamento della domanda, verosimilmente tangibile a partire dal prossimo mese di gennaio".
Lo ha detto Luca Trentinaglia, vicesegretario generale della Camera di Commercio di Trento, commentando il clima di fiducia dei consumatori trentini rilevato nell'indagine dell'Ufficio studi e ricerche della Camera di commercio.
Un indice che risulta ancora negativo, pari a -19,3 punti, di poco migliore rispetto a quanto evidenziato nella precedente rilevazione di aprile (-20,6 punti). Si tratta di un dato in linea con quanto emerso sia a livello nazionale (-19,1 punti) che nel Nordest (-18,9). Anche l'Osservatorio del Centro di ricerca e tutela dei consumatori e degli utenti - ha spiegato il direttore Carlo Biasior - "conferma il momento di difficoltà soprattutto per la spesa energetica, mercato in cui regna ancora una grande incertezza, impedendo, di fatto, scelte opportune di risparmio attraverso la concorrenza tariffaria tra fornitori".
I consumatori che temono un peggioramento (lieve o netto) sono oltre la metà degli intervistati (54,8%), coloro che prevedono una condizione di stazionarietà sono il 38,0%, mentre la percentuale di chi immagina un miglioramento raggiunge il 5,0%.
Con riferimento alla valutazione della situazione economica della propria famiglia nell'ultimo anno, prevale un giudizio di stazionarietà espresso dal 64,7% dei consumatori trentini intervistati.
Il dato risulta in linea con quanto rilevato ad aprile (62,6%), ma è decisamente inferiore al valore emerso nell'autunno 2021 (80%).
I giudizi relativi alla situazione finanziaria mostrano un'elevata percentuale di chi, attraverso le proprie risorse, riesce appena a far quadrare il bilancio familiare (64,7%), mentre l'1,6% dei consumatori ha dichiarato di dover attingere ai risparmi per far fronte alle necessità. Solamente il 14,0% dichiara di essere in grado di risparmiare.
Con riferimento alle spese per il consumo domestico di gas ed energia elettrica, la maggior parte dei consumatori dichiara di essere in grado di sostenerne gli aumenti: il 37,9% li considera infatti non rilevanti, mentre il 34,1%, nonostante percepisca un significativo aumento della spesa, non ha cambiato le proprie abitudini.
Per il 15,1% il caro bollette è invece diventato insostenibile e si è trovato costretto a ridurre i consumi, mentre l'8,7% non ha riscontrato rincari poiché utilizza fonti di energia rinnovabili (pannelli solari e/o fotovoltaici, pompe di calore, ecc.).
Nonostante gli aumenti dei prezzi delle utenze domestiche, il 75% degli intervistati dichiara che disporrà di sufficienti risorse economiche per affrontare gli impegni essenziali (pagare il mutuo, utenze, affitto, spese alimentari, trasporti, ecc.), ma il 39,9% sarà costretto a rivedere i propri consumi e a ridurre le voci di spesa non necessarie (acquisto regali di Natale, ristorante, viaggi, attività sportive e ricreative, eccetera), mentre un ulteriore 24,0% sarà in grado di affrontare solo le spese obbligate. Il 7,0%, infine, sarà in difficoltà economica e non riuscirà a sostenere nemmeno quelle.