Il caldo anomalo mette a dura prova gli operatori nel settore dello sci: «I miracoli con la neve che c’è»
Temperature primaverili, la nebbia mangia-neve e lo zero termico sopra i 2000 metri: questo inizio di gennaio fa i conti con una situazione meteo anomala
INFORTUNI Raffica di incidenti sulle piste da sci del Trentino: oltre 60 interventi
TRENTO. Temperature primaverili, la nebbia mangia-neve e lo zero termico sopra i 2000 metri (in Veneto addirittura sopra i 2.700 metri): questo inizio di gennaio fa i conti con una situazione meteo anomala. E chi si è dato da fare a rendere operative le piste da sci si trova in una situazione di stallo, nella speranza che ben presto il termometro scenda così da poter riprendere a produrre neve.
Tutto intorno è ancora peggio: in Austria le aree sciistiche sono allo stremo, in Val d’Aosta ha piovuto e nelle Dolomiti Bellunesi sono una cinquantina le piste chiuse.
«In Bondone abbiamo lavorato con i gatti fino alle tre di notte – spiega Fulvio Rigotti, presidente di Trento funivie – per sistemare al meglio le piste. Per fortuna avevamo creato una riserva di neve che adesso ci è molto utile per rinforzare il manto dove è danneggiato. Oggi si scia bene dappertutto, anche grazie a questo grande lavoro di ripristino.
L’importante è non consumare neve e difendere quella che c’è, in attesa che cali la temperatura e da domenica si riprenda a produrne. Si riesce comunque a scendere con gli sci fino a Vaneze, mentre le Rocce Rosse restano chiuse perché a inizio stagione il bacino dell’acqua era mezzo vuoto perla siccità: ora si è riempito e appena fa freddo possiamo innevare anche la Gran Pista. In attesa di riuscire a costruire un bacino più grande».
In Paganella è tutto aperto tranne l’Olimpionica 1, deteriorata per il caldo; anche le corse in motoslitta per raggiungere il rifugio La Montanara sono state sospese per mancanza di neve. Nella zona di Folgaria - Lavarone sono una decina le piste chiuse, ma si tratta per lo più di varianti e percorsi di poche centinaia di metri.
«Abbiamo agito per prudenza perché ci sta a cuore la sicurezza - precisa Daniela Vecchiato, direttore generale dell’Apt Alpe Cimbra - e già da domani o il giorno dopo (oggi o domani, ndr) se torna il freddo si tornerà a sciare ovunque: il lavoro fatto in precedenza ci ha portato fino ad ora. Abbiamo avuto un Natale con un innevamento totale e solo in questi primi giorni dell’anno a causa dell’umidità e della nebbia c’è stata qualche difficoltà, ma si è comunque sciato senza problemi, e in Trentino va meglio che altrove ». «É una neve primaverile, come quella di marzo – ammette Bruno Felicetti, direttore delle Funivie Campiglio – alla mattina è perfetta ma poi a mezzogiorno i frequenti passaggi, e siamo contenti ci sia tanta gente, creano dei dossi e serve più attenzione. Oggi pomeriggio per prudenza abbiamo chiuso temporaneamente la pista di slittino ma domani (oggi ndr) sarà riaperta. Se poi nel fine settimana si va sottozero, allora la situazione va a regime».
Anche altrove si registrano alcune chiusure, ma contenute: in Val di Fassa sono sciabili 103 km di piste su 105, ed in Val di Fiemme 106 km di piste su 114. Anche nella zona del Lusia S. Pellegrino sono percorribili ben 97 km di piste su 100.
«In questi giorni è impossibile fare neve – spiega Valeria Ghezzi, presidente nazionale Anef e responsabile degli impianti di S. Martino di Castrozza – e stiamo vivendo di quello che è stato fatto entro metà dicembre. Speriamo che la temperatura cali presto perché bisogna integrare la neve: il paesaggio soffre e anche i rientri a valle possono essere problematici. In quota si scia comunque bene: nonostante l’inflazione, c’è tanta gente e tanta voglia di stare all’aria aperta. Facciamo miracoli con la neve che c’è».