PARIGI. I francesi sono scesi in piazza, oltre ogni previsione, per protestare contro il progetto di riforma delle pensioni di Emmanuel Macron, e più in particolare contro l'aumento dell'età pensionabile da 62 a 64 anni.
Nel giorno dello sciopero generale, manifestazioni riuscite ovunque, un milione e 120.000 secondo il ministero dell'Interno, che prevedeva 750.000 persone.
Addirittura due milioni per la Cgt, il sindacato dell'estrema sinistra. Macron, in Spagna per il vertice bilaterale con Madrid, rivendica una riforma "giusta e responsabile". Il braccio di ferro con sindacati e opposizioni si annuncia lungo e difficile, secondo appuntamento già fissato al 31 gennaio.
Secondo i sondaggi, la maggioranza dei cittadini francesi si oppone (a seconda delle indagini dal 60% al 70% dei cittadini) a questa riforma delle pensioni che - secondo la maggioranza - serve a "salvare il nostro sistema". Inizialmente, l'età pensionabile era stata fissata dal governo a 65 anni, età da raggiungere gradualmente nel 2030, poi è scesa a 64 dopo le trattative con la destra moderata dei Républicains, che appoggerà la riforma in Parlamento. Tutto il resto dei partiti - dall'estrema destra di Marine Le Pen alla gauche radicale di Jean-Luc Mélenchon - sono contrari. Ancora più eclatante, in un panorama sindacale da anni frammentato, è tornata l'unità di tutte le sigle, dai centristi ai comunisti della Cgt, passando dalla sinistra della Cfdt e dagli autonomi. Fanno fronte comune contro l'aumento dell'età per lasciare il lavoro, un provvedimento giudicato da tutti inaccettabile. A nulla sono serviti mesi di discussioni con il governo che - come ha ribadito oggi Macron - resta fermo sulle sue posizioni: "La riforma è stata presentata in modo democratico e convalidata".
Decine di migliaia di persone sono scese in piazza in 200 città di Francia, dagli 80.000 di Parigi (secondo la polizia, 400.000 per il sindacato) ai 30.000 di Marsiglia, i 40.000 di Tolosa, i 25.000 di Nantes. Nonostante i timori della vigilia, ci sono stati pochissimi incidenti. A Parigi, sono state fermate 38 persone, un bilancio ridottissimo rispetto ai tempi delle violenze dei gilet gialli. In particolare a Parigi, i temuti black bloc si sono fatti vivi soltanto nella fase iniziale, poi sono stati prontamente isolati dalla polizia, schierata in 10.000 unità dal ministro dell'Interno, Gérald Darmanin. La partenza del corteo era stata fissata a place della République alle 14 ma la folla era talmente numerosa da rendere lentissimo l'avvio del corteo.
Dopo qualche tafferuglio prima della Bastiglia, le forze dell'ordine hanno deciso di indicare a gran parte dei manifestanti ancora bloccati alla République un itinerario alternativo: i cortei, di fatto, sono diventati due per consentire di arrivare alla meta, place de la Nation, prima di sera, considerando anche la temperatura rigida, attorno a zero gradi.
La premier Elisabeth Borne si è congratulata con i leader sindacali per lo svolgimento senza incidenti di rilievo delle manifestazioni. Adesione importante anche allo sciopero, soprattutto nelle scuole e nei trasporti, con pesanti disagi soprattutto per treni e metropolitane. Diminuita pesantemente la produzione di elettricità per la partecipazione allo sciopero dei lavoratori del settore pubblico di Edf.
La battaglia si preannuncia lunga, i sindacati escono rassicurati da questa prima giornata ma appaiono coscienti che la lotta è agli inizi, con il progetto di legge che sarà discusso in Parlamento a febbraio e marzo. Già in serata, i leader sindacali - trionfanti per gli "oltre due milioni di francesi" che li hanno seguiti in piazza, secondo i loro calcoli - hanno dato appuntamento ad una seconda giornata di mobilitazione, il 31 gennaio.