In Trentino nel 2022 oltre ottomila infortuni sul lavoro, 14 le vittime
Walter Alotti, segretario generale della Uil, commenta i dati Inail: «Rispetto al 2021 le denunce sono aumentate del 9 per cento, gli incidenti mortali due in meno rispetto al 2021 ma comunque in fascia d'allarme»
SINDACATI "La sicurezza del lavoro deve essere una priorità"
TRENTO. I sindacati vogliono tenere alta l'attenzione su uno dei problemi più gravi del mondo del lavoro, ovvero gli infortuni che spesso hanno conseguenze mortali.
E purtroppo anche l'anno appena iniziato ha registrato un decesso. Walter Alotti, segretario generale della Uil del Trentino sottolinea come, in concomitanza del primo morto sul lavoro del 2023 in Trentino, siano divulgati i tragici dati Inail 2022.Rimarca il sindacalista: «É' morto all'ospedale di Trento il gestore del Palaghiaccio di Pinzolo, ritrovato lunedì, in stato di ipotermia, privo di sensi nella vasca dello smaltimento ghiaccio fresato dell'impianto sportivo. Le autorità competenti, Carabinieri e tecnici Uopsal indagano per chiarire la dinamica dell'accaduto. É il primo incidente mortale dell'anno 2023 in Trentino e proprio oggi Inail ha pubblicato i dati relativi all'intera annualità 2022».
Riprende Alotti: «Rispetto al 2021, in Trentino le denunce di infortunio sul lavoro sono aumentate del 9 per cento, arrivando a un totale di 8.174 denunce. Gli incidenti mortali sono 14, due in meno rispetto al 2021, ma comunque in fascia d'allarme, essendo il numero superiore del 25% rispetto all'incidenza media nazionale dei casi mortali».
I dati sono impietosi: «Crescono più gli infortuni per gli uomini che per le donne e la fascia d'età più colpita in Trentino è quella degli ultracinquantenni. Cifre impressionanti indegne di un territorio civile. Siamo sempre in attesa dei provvedimenti che l'Assessore Spinelli aveva annunciato, ma alle parole non sono seguiti i fatti».
Conclude Alotti: «La Uil , con la campagna Zero morti sul lavoro, lotta perché sia assicurata la prevenzione e la legalità, in ogni posto di lavoro. Perché nessun infortunio possa essere mai considerato "ordinaria amministrazione", perché a ogni persona e alla sua salute venga riconosciuta la sacralità che le è propria».