L’inchiesta / I dati

Negozi chiusi, l’Alto Garda resiste ma la zona della Valsugana è in crisi

Sorride solo Lavis nell’analisi territoriale riguardante gli esercizi commerciali che hanno abbassato per sempre la serranda. La zona dell’asta dell’Adige ha avuto un forte incremento del numero degli addetti. I risultati peggiori sono di Ala e Mori

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di Pierluigi Depentori

L'Alto Garda che sorride mantenendo invariato il suo appeal commerciale negli ultimi dieci anni (-0,9%) e portando a casa un forte incremento degli addetti (+15,7%), la Valsugana e il Tesino che segnano un profondo rosso con oltre il 22% dei negozi persi dal 2012 ad oggi affiancato da un calo sul fronte degli addetti ancora peggiore: -31,8%. E, in mezzo, tanti, troppi territori con una perdita a doppia cifra che non possono non preoccupare l'intero tessuto economico perché togliere i negozi a una comunità è come condannarla a "morte economica", invitando i residenti a prendere l'auto per andare nei centri commerciali togliendo risorse e reddito ai territori.

L'analisi per Comunità di Valle.

Scorrendo i dati messi a disposizione dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Trento, la situazione vede il consolidamento sul piano degli addetti delle zone più importanti e dove si sono allargate le superfici di vendita: Alto Garda e Ledro (+15,7%), Rotaliana (+14,5%), Vallagarina (+9,7%), il territorio della Val d'Adige (+7,9%) oltre alla Valle di Cembra (+,2,3%), mentre tutti gli altri territori hanno visto una contrazione del numero di addetti fino al dato della Valsugana e del Tesino con un -31,8% che ben 292 addetti in meno.

Solo segni negativi invece per il numero dei negozi. Meglio della media provinciale del -9,9% fanno Alto Garda e Ledro (-0,9%), Rotaliana (-2,2%), Paganella (-3,5%), Valle dei Laghi (-5,7%), il territorio della Val d'Adige (-6,7%), Valle di Sole (-8,7%) e Primiero (-9,4%). Oltre alla Valsugana, i risultati peggiori sono quelli degli Altipiani Cimbri (-18,3%), delle Giudicarie (-15,8%), della Valle di Fiemme (-15,6%) e della Valle di Non con un -14% di negozi tra il 2012 e il 2022. Impossibile sapere, al momento, quale potrà essere il punto di caduta nei vari territori, ma la discesa sembra ormai inarrestabile.

L'analisi dei Comuni: bene Lavis.

Se passiamo all'analisi dei principali Comuni del Trentino, quello che colpisce è che a fronte di un calo dei negozi (attenuato al -6,9% rispetto alla media provinciale del -12,8%) crescono invece in maniera molto forte gli addetti: +9,1% contro un calo del -6,3% dei rimanenti Comuni trentini, altro segno forte di come stia sensibilmente aumentando la concentrazione nei grandi centri a discapito di quelli più piccoli. Il caso più emblematico è quello di Lavis, unico tra i primi dieci Comuni del Trentino a crescere anche come numero di negozi: erano 68 nel 2012, sono 79 attualmente con un incremento del 16,2% a cui fa eco un aumento simile (15,6%) per quanto riguarda il numero degli addetti. D'altronde basta addentrarsi nel centro storico per avere una netta percezione di rinnovata vitalità, che spesso porta ad una nuova spinta commerciale.

Il contrario di quello che accade nel basso Trentino in centri come Ala e Mori, dove i negozi sono in picchiata come numeri e purtroppo stesso trend c'è anche nel numero di addetti: Ala e Mori, assieme a Pergine Valsugana, sono gli unici tre Comuni tra i dieci più popolosi ad avere numeri negativi tra gli addetti, e in tutti e tre i casi in doppia cifra: -12,7% Ala, -14,6% Pergine Valsugana e addirittura -26,6% Mori.

Il caso del Garda e di Arco.

«Il turismo aiuta, eccome», sottolinea il segretario generale della Camera di Commercio Alberto Olivo, «e infatti Riva e Arco possono contare su una stabilità degli esercizi commerciali e su aumenti molto importanti nel numero di addetti, nel caso di Riva cresciuti di oltre cento unità. E Arco è un ormai un piccolo caso nazionale per i negozi del mondo dell'outdoor che sono cresciuti vicini l'uno all'altro senza risentire più di tanto della concorrenza ravvicinata. Un importante segnale che fa capire che, caratterizzando l'offerta, si può guardare con fiducia anche verso il futuro».

Un aiuto alle imprese.

«Per aiutare i giovani commercianti e chi si vuole affacciare a questo mondo, come Accademia d'Impresa abbiamo attivato una "Pmi Academy" che organizza dei percorsi gratuiti in maniera specifica agli aspiranti imprenditori, per dare un'idea di cosa significa davvero fare impresa», spiega Olivo. «È fondamentale far conoscere ai futuri imprenditori l'importanza di avere un business plan, un assetto finanziario, una capacità di gestione dei lavoratori e anche della clientela. Sono cose che non insegna più nessuno».

Evitare di fare il passo più lungo della gamba, dunque, a chi magari è animato da entusiasmo ma che rischia di gettare al vento i pochi risparmi accumulati, e rischia di indebitarsi senza poi riuscire a far fronte al pagamento delle rate del mutuo. Col rischio concreto, a quel punto, di diventare l'ennesimo numero negativo nel trend dei negozi in Trentino. C'è bisogno, oggi più che mai, di una forte inversione di tendenza per evitare un ulteriore spopolamento commerciale dei centri cittadini che solo la politica (tutta, dalla Provincia alle singole amministrazioni territoriali) può aiutare ad evitare.

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