Cooperazione, fuori dal palazzo la protesta mentre dentro Simoni veniva confermato presidente della Federazione
È muro contro muro con i sindacati, lunga e rumorosa manifestazione per tutto il pomeriggio di oggi, giovedì 8 giugno, davanti al palazzo di via Segantini. I dipendenti delle Famiglie in lotta anche contro la disdetta del contratto integrativo che fa perdere oltre duemila euro l'anno. Dalla giunta provinciale le congratulazioni per la rielezione dei vertici
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TRENTO. All'esterno la lunga e rumorosa protesta dei lavoratori, all'interno del palazzo di via Segantini l'assemblea che ha confermato Roberto Simoni alla presidenza della Federazione trentina della cooperazione.
Oggi si è svolto lo sciopero dei quasi 1.900 dipendenti delle Famiglie cooperative trentine indetto da Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs per protestare contro la disdetta del contratto integrativo provinciale che scatterà da luglio: una perdita per i lavoratori che vale oltre duemila euro all’anno pro capite (in media circa 120 euro netti al mese in meno in busta paga).
Il pomeriggio, dunque, è stato segnato da questo scenario inedito, con la partecipata manifestazione sindacale davanti al'lingresso e i lavori assembleari dentro i locali.
La protesta è proseguita per qualche ora.
Frattanto, la giunta provinciale ha salutato con soddisfazione la conferma di Simoni e ha diffuso un messaggio di congratulazioni rivolte a lui e ai componenti del consiglio di amministrazione "per il ruolo affidato loro dalla base sociale".
Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, oggi intervenuto al'assemblea insieme al vice Mario Tonina e all’assessore al lavoro Achille Spinelli., ha sottolineato che "il movimento cooperativo interpreta in modo attuale il proprio ruolo di parte fondante ed essenziale della nostra comunità, di elemento vivo e aggregante del territorio trentino”.
Su questo filo conduttore, Tonina ha parlato di una relazione forte tra Provincia e Cooperazione: "Una collaborazione di cui andiamo orgogliosi, e che siamo intenzionati a confermare con grande convinzione anche alla luce dei risultati raggiunti a seguito dell’accordo istituzionale tra piazza Dante e la Federazione".
La Cooperazione rappresenta, ha detto Tonina, "uno dei veri pilastri su cui poggia il sistema economico e sociale dei nostri territori, abbracciando diversi settori, perché il Trentino di oggi non è pensabile senza il contributo fondamentale dell’universo cooperativo".
Per tornare alle proteste dei lavoratori delle Famiglie Cooperative, le organizzazioni sindacali definiscono "inaccettabile che la Federazione trentina della cooperazione avanzi richieste finalizzate esclusivamente ad abbassare il salario dei lavoratori e delle lavoratrici del settore".
Il nodo dei contratti resta centrale nello scontro in atto: "Dal 2018 - dicono Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs - la delegazione datoriale ha imposto deliberatamente alle Famiglie cooperative la non applicazione integrale della contrattazione territoriale che prevedeva il 'rientro' dalle deroghe sottoscritte nel 2014.
Ancora a distanza di oltre 5 anni, dopo alcuni incontri di approfondimento, le cooperative di consumo hanno dichiarato ufficialmente che il riconoscimento degli arretrati sarà pari a zero", spiegano i sindacati, precisando come, ad aggravare le relazioni sindacali, sia stata la "disdetta del contratto integrativo a partire dal 1° luglio 2023 con una riduzione delle retribuzioni medie superiore ai 2mila euro annui".