Irpef, trecento milioni di euro dagli stranieri: record di contribuenti nati all'estero
Il Trentino Alto Adige è ai primi posti in Italia per quanto riguarda i redditi degli immigrati. Bolzano è al secondo posto (dietro a Prato) e Trento al tredicesimo nella graduatoria del ranking per incidenza, cioè la percentuale di quanto viene dichiarato dai contribuenti nati all'estero rispetto al totale
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TRENTO. La ripresa post Covid si fa sentire anche su una voce particolare: la componente immigrata nelle dichiarazioni dei redditi, che ha toccato il massimo storico dopo il calo registrato durante la pandemia. Il numero di contribuenti nati all'estero arriva infatti a 4,31 milioni (+3,4% rispetto all'anno precedente e +21,9% rispetto a dieci anni prima). Di conseguenza, toccano i massimi storici anche il volume di redditi dichiarati (64 miliardi, +9,3% rispetto al 2020) e l'Irpef versata (9,6 miliardi, +14,8%).
In Trentino Alto Adige. La nostra regione, non certo ai primi posti per quanto riguarda i numeri della popolazione, è all'ottavo posto per quanto riguarda i redditi dichiarati dai contribuenti nati all'estero, visto che il volume complessivo sfiora i due miliardi di euro (1.984 milioni), per una media di 14.823 euro dichiarati. Va aggiunto che il Trentino Alto Adige è il territorio che registra il maggior differenziale tra i redditi registrati dai contribuenti nati all'estero e quelli nati in Italia: la differenza, naturalmente a favore della seconda categoria, è di 11.514 euro. Per quanto riguarda l'Irpef, invece, il Trentino Alto Adige è in ottava posizione, con 297 milioni di euro dichiarati (3.358 euro media estero, 6.159 media Italia).
Bolzano è al secondo posto (dietro a Prato) e Trento al tredicesimo nella graduatoria del ranking per incidenza, vale a dire la percentuale di quanto viene dichiarato dai contribuenti nati all'estero rispetto al totale: il 17% per Bolzano e il 14,3% per Trento. Le due province sono invece più indietro per quanto riguarda la presenza dei contribuenti nati all'estero: questo significa che le loro dichiarazioni fiscali sono più alte della media nazionale.
In sintesi, per quanto riguarda la provincia di Trento i contribuenti nati all'estero sono 61.365, vale a dire il 14,3% del totale, con un volume del reddito di 865 milioni e un reddito medio di 14.380 euro (-10.450 euro rispetto ai nati in Italia).
Il volume Irpef è invece di 117 milioni (media di 2.980 euro, vale a dire 2.500 in meno rispetto ai nati in Italia). In provincia di Bolzano, invece, i contribuenti nati all'estero sono 75.325 (17,4%) per un volume di 1.119 milioni e un reddito medio di 15.180 euro (differenza di -12.710 euro). Il volume Irpef è di 180 milioni (3.660 euro in media, -3190 rispetto ai nati in Italia).
Le fasce più basse. Tra i contribuenti nati all'estero, quasi la metà (45,5%) ha dichiarato un reddito annuo inferiore a 10 mila euro. Tra i nati in Italia, in quella classe di reddito si attesta solo il 28% dei contribuenti. Situazione opposta per i redditi più alti: appena l'11,7% dei contribuenti nati all'estero si colloca nella fascia 25-50 mila, contro il 25,8% dei nati in Italia. Complessivamente, i contribuenti nati all'estero rappresentano il 10,4% del totale, con un'incidenza che oscilla tra il 3,5% nella fascia di reddito sopra i 50 mila euro e il 15,8% in quella sotto i 10 mila.
I Paesi d'origine. Il 15,3% dei contribuenti nati all'estero è nato in Romania (658 mila). Seguono Albania (350 mila), Marocco (267 mila) e Cina (189 mila). Mediamente la componente femminile si attesta al 44,5%, con picchi molto più alti tra i paesi dell'Est Europa (Ucraina, Moldavia, Polonia) e dell'America Latina (Perù, Brasile).
Prevalenza al Centro-Nord. Oltre la metà dei contribuenti nati all'estero si concentra in quattro regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Lazio. Mediamente i contribuenti stranieri rappresentano il 10,4% del totale, ma nelle regioni del Centro-Nord i valori si alzano, superando il 14% in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e appunto Trentino Alto Adige.
Il bisogno di immigrati. I dati sono stati raccolti inno studio della Fondazione Moressa, istituto di ricerca creato e sostenuto dalla Cgia di Mestre, su dati del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Secondo i ricercatori della Fondazione «Nel 2022 il numero di contribuenti immigrati ha raggiunto il massimo storico. Una ripresa che, oltre che nel mercato del lavoro, si concretizza in quasi 10 miliardi di Irpef versati nelle casse dello Stato».
Lo scenario economico attuale, inoltre, «ha evidenziato una carenza di manodopera legata alle dinamiche demografiche e al riassetto del mercato del lavoro, rendendo necessari nuovi ingressi di lavoratori immigrati. Ingressi che, come evidenziato anche dal Def 2023, porteranno benefici economici e fiscali a medio e lungo termine».