Superbonus edilizio, un affare per soli trentini: qui l'80% degli interventi fatti in regione
Bolzano snobba i fondi statali del 110%: di 1,9 miliardi, 1,4 spesi a sud di Salorno. In regione sono stati 8.552 gli interventi per cui è stata chiesta un'asseverazione, e di questi 7.053 sono in Trentino, in Alto Adige le pratiche aperte dall'avvio del Superbonus si fermano a 1.499
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TRENTO. Il Superbonus è un affare soprattutto per trentini. A dirlo sono i numeri, per la prima volta scorporati per provincia: dei quasi 2 miliardi totali di investimenti nella nostra regione fatti entro lo scorso maggio, 1,4 miliardi sono per immobili che insistono sul territorio tra Salorno e Borghetto. Cifre che indicano la maggiore propensione della nostra provincia ad approfittare dell'occasione data dai fondi statali.
Ma i trentini ne hanno approfittato per fare cosa? Un po' di tutto, però gli interventi più gettonati sono stati, nell'ordine, la sostituzione della caldaia, la sostituzione degli infissi e la realizzazione degli impianti fotovoltaici. Anche se sono parecchie pure le colonnine elettriche installate: oltre tremila. Questo emerge dai dati, che un interrogativo in realtà lo pongono, rispetto ad Itea, il braccio pubblico della Provincia, nelle politiche della casa, proprietaria di migliaia di immobili sul territorio: ad Enea non risultano asseverazioni a suo nome.
Da qui un'interrogazione del consigliere provinciale del Movimento 5 stelle Alex Marini, che chiede alla Provincia quali siano i progetti in essere sugli immobili Itea.Un passo indietro è utile. Ogni mese Enea fa il punto, sul Superbonus del 110%, pubblicando i dati aggiornati relativi alle diverse regioni italiane.
Il Trentino Alto Adige è un unico calderone, dunque. In cui, si immaginava, ci si dividesse quasi equamente i contributi. Perché - questo l'assunto da cui un po' tutti si partiva - le opportunità erano le medesime, i territori simili. Marini ha fatto un accesso agli atti ad Enea, chiedendo di avere i numeri - nel dettaglio dei singoli interventi - che riguardano il solo Trentino.
Ed ecco la sorpresa: tra Alto Adige e Trentino c'è un divario difficilmente spiegabile. Di più, il Trentino, se si guarda agli investimenti fatti, rispetto al numero di residenti, ha una propensione superiore di 2,5 volte, rispetto alla media italiana. Al netto dei problemi - che pur ci sono stati, tra norme che sono cambiate in corsa, cassetti fiscali pieni, banche che non hanno più acquistato i crediti - è come se i trentini avessero fatto la corsa al Superbonus.
E lo rivendica con un certo orgoglio lo stesso Marini, anche perché il Movimento 5 stelle resta il padre della misura, da molti criticata perché pesante sulle finanze pubbliche: «Il Trentino ha avuto la capacità di mettere a terra questi, che sono fondi nazionali. Mi sembra un'ottima notizia, anche dal punto di vista ambientale».
Gap tra Alto Adige e Trentino. Il primo dato che salta agli occhi è appunto il divario tra Trentino e Alto Adige. Basti un dato: in regione sono stati 8.552 gli interventi per cui è stata chiesta un'asseverazione, e di questi 7.053 sono in Trentino, cioè l'82%. A Bolzano le pratiche aperte dall'avvio del Superbonus si fermano a 1.499.
Una proporzione che si rispecchia anche sulle diverse tipologie di interventi possibili: in regione ci sono stati, sempre fino a maggio scorso, 3.636 asseverazioni (per un totale di 1,3 miliardi di investimenti) che riguardano i condomini, di cui 2.788 (per 965 milioni) in Trentino. E la stessa musica vale per gli edifici unifamiliari: 3.526 interventi (e 435 milioni) di cui in Trentino 3.021 (359 milioni).
«Il Trentino è stato in grado più dell'Alto Adige di mettere a terra questi fondi statali. Non so se dipende dal fatto che loro avevano altre agevolazioni nelle loro politiche pubbliche, ma il dato è interessante» osserva Marini. Che evidenzia anche la maggior propensione dei Trentini rispetto al resto d'Italia:
«Se si prendono i dati della sola provincia e si fa u rapporto con gli abitanti, si vede che c'è una propensione 2,5 volte superiore alla media italiana».
Il risultato in termini ambientali. Su questo il bilancio è controverso. C'è chi evidenzia come la misura poteva essere pensata in modo più efficace, rispetto al tema della sostenibilità ambientale. Ma Marini rivendica l'importanza del Superbonus, in Trentino, anche in termini ambientali: «Non se ne parla mai, ma grazie a questi interventi ci sarà, a regime, un risparmio energetico nell'ordine di 240 gigawatt all'anno - osserva Marini, indicando i dati Enea - questo significa 20 mila tonnellate equivalenti di petrolio».
Tra caldaie e serramenti. Cosa hanno fatto i trentini con quel quasi miliardo e mezzo caduto sul territorio grazie ai fondi statali? Un po' di tutto. Ma alcuni interventi sono stati più gettonati di altri. Su tutti, i serramenti: risultano 13.323 interventi per infissi (per un totale di circa 330 milioni di euro). Per altro questo è una delle criticità del Superbonus: alcuni li hanno cambiati perché a pagare era lo Stato, anche se non erano proprio vetusti, con una scelta non esattamente sostenibile, ma tant'è. A seguire, molti gli interventi sull'edificio, con 5.908 interventi per il cappotto (410 milioni) e 3.591 soffitti e tetti disperdenti (132 milioni). Quanto agli impianti, 4.523 sono state le caldaie a condensazione sostituite (84 milioni) e 1.569 pompe di calore (54 milioni).Gettonati anche gli impianti solari, naturalmente: 5.281 fotovoltaici (69 milioni) e 5.067 sistemi di accumulo (70 milioni). Una curiosità, infine, sulle colonnine di ricarica: grazie al Superbonus ne sono state installate 3.811 (7 milioni di euro di investimenti), evidentemente in molti condomini si è scelto di predisporre gli spazi comuni pensando anche al boom di bici e auto elettriche.La questione Itea.
Una curiosità: ad Enea non risultano interventi sul Superbonus a nome di Itea. Quando Itea è proprietaria solo di parte degli appartamenti - come alle Torri - è ovvio che sia così: l'intestatario dell'asseverazione risulta essere il condominio. Ma sugli immobili al 100% Itea, perché non risulta? Forse è una questione formale, forse no.
Nel dubbio, Marini al riguardo ha presentato un'interrogazione, per chiedere - di nuovo, aveva già provato - quanti interventi sul Superbonus sono stati avviati sugli alloggi Itea e a che punto sono.