Caos sul reddito di cittadinanza cancellato, Schlein e Conte all'attacco: poveri colpiti, Meloni faccia dietrofront
Sale di tono lo scontro politico dopo che il sussidio è stato sospeso dall'Inps, via sms, per ora, a 169 mila percettori
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ROMA. Continua il caos sul reddito di cittadinanza dopo che il sussidio è stato sospeso dall'Inps a 169 mila percettori con un sms.
Oggi l'Inps ha avviato la campagna di comunicazione sull'arrivo delle nuove misure destinate a contrastare la povertà, la fragilità e l'esclusione sociale. Ma c'è disorientamento fra le persone che godevano dell'aiuto e i numeri dicono che per molti sarà un salto nel buio.
"Chiediamo al governo di venire a riferire al più presto perché è incredibile non solo che abbiano deciso di fare la guerra ai poveri, ma anche che non abbiano preparato minimamente questi passaggi accompagnando con una corretta informazione e dando sostegno alle misure che devono essere messe in campo di supporto", afferma la leader Pd Elly Schlein, parlando a Sessa Aurunca.
"Con un sms dell'Inps Meloni non solo dà il benservito a 169 mila famiglie in difficoltà ma arreca un danno anche a tanti imprenditori e commercianti. In base allo studio di Confesercenti, il taglio del Reddito di cittadinanza a regime finirà per danneggiare anche i consumi per una cifra pari a 1 miliardo l'anno. È da tempo che stiamo avvertendo il governo che gli aiuti a chi è in grave difficoltà entrano direttamente nel ciclo dell'economia in forma di acquisti e consumi, con effetti positivi per tutti", scrive su Facebook il presidente del M5s Giuseppe Conte.
"Facciamo un nuovo appello alla presidente Meloni: ci ripensi e fermi subito questo disastro sociale ed economico. Non si spacca il Paese, ritiri l'sms dell'Inps e mandi un messaggio di scuse alle famiglie. All'Italia conviene combattere la povertà, non i poveri".
La paura di perdere il sostegno fa salire la tensione sociale. Che si scarica sui servizi sociali dei Comuni, sotto pressione per l'aumento di richieste dalle famiglie rimaste fuori per ottenere una presa in carico che consenta di riottenere il beneficio.
Salgono le proteste, soprattutto al Sud, e l'Anci, l'associazione dei Comuni, parla di "problemi tecnici che causano lo scarto temporale tra il momento in cui viene revocato il Reddito di cittadinanza e l'effettiva verifica sugli aventi diritto e delle difficoltà ad avere tutti i dati necessari per redigere gli elenchi dei nuclei familiari fragili".
È il nodo della transizione da un sistema ad un altro, sul quale il ministero del Lavoro e l'Inps hanno avviato una campagna informativa. Che non placa le polemiche. L'opposizione la definisce una 'guerra ai poveri'.
Le famiglie che hanno avuto il reddito di cittadinanza sospeso che saranno prese in carico dai servizi sociali entro il 31 ottobre riavranno l'assegno fino a dicembre con gli arretrati. Chi non rientra nelle categorie di disagio sociale previste dalla legge insieme alla presenza in famiglia di disabili, minori, anziani o over 60 dovrà attivarsi rapidamente per cercare un lavoro o almeno essere inserito in un percorso di formazione con la possibilità di avere il Supporto alla formazione e il lavoro (350 euro al mese per un massimo di 12 mesi).
Ma i problemi non mancano a partire dai tempi e dalle risorse necessarie per raggiungere tutti coloro che sono in una situazione di disagio. Lo dice l'Anci che lamenta l'impossibilità di avere l'elenco dei nuclei familiari fragili dall'Inps, lo ribadiscono molti comuni e lo sottolinea anche il presidente dell'Ordine gli assistenti sociali, Gianmario Gazzi che lamenta la difficoltà a fare fronte all'aumento di oltre il 50% degli accessi e a comunicare la presa in carico di tutte le persone in situazione di disagio entro il 31 ottobre. Serve una proroga, spiega.
I Comuni e le Regioni hanno intanto iniziato a fare i conti con i numeri degli esclusi: a Roma saranno oltre 10mila (Rpt, oltre 10mila), in Sicilia 37mila, 1.600 le famiglie lucane coinvolte, 14.700 in Abruzzo, 12 mila in Puglia, a Milano in 3.000 hanno ricevuto il messaggio telefonico di sospensione. Manca ancora il Sistema informativo per l'inclusione sociale e lavorativa (Siisl), la piattaforma prevista dalla legge che prevede il passaggio dal Reddito di cittadinanza all'Assegno di inclusione per le famiglie con maggiori fragilità e al Supporto Formazioni lavoro per i cosiddetti attivabili al lavoro, ma chi si è già attivato potrà ricevere il Sfl con gli arretrati una volta che la piattaforma sarà operativa e che i corsi di formazione saranno iniziati. Le domande potranno essere fatte dal primo settembre.
"Coloro che sono stati già avviati ai centri per l'impiego e siano già inseriti nei programmi nazionali per la Garanzia occupabilità lavoratori (GOL) o in progetti utili alla collettività oppure in altre iniziative di attivazione, spiega l'Inps, potranno proseguire nel loro percorso. Ai fini del riconoscimento del beneficio Supporto per formazione e il lavoro, infatti, potranno essere convalidate iniziative di avviamento al lavoro già attivate".
Per la presa in carico da parte dei servizi sociali sarà necessario essere in categorie di particolare fragilità. Il ministero del Lavoro fa l'esempio delle persone in carico per le dipendenze, delle donne vittime di violenza, delle persone in carico ai servizi psicologici per la salute della persona, quelle in carico ai servizi per le malattie psichiatriche e quelle senza fissa dimora.
Oggi a Napoli si è tenuto un sit-in davanti all'Inps e uffici dei servizi sociali monitorati dalle forze dell'ordine: all'indomani della sospensione del reddito di cittadinanza per 21.500 persone (quasi 37mila in tutta la Campania) la protesta di chi non si rassegna alla perdita del sussidio non è sfociata, come pure si temeva, nell'assalto ai Comuni e in manifestazioni violente.
Solo a Terrasini, in Sicilia, un episodio che ha comportato l'intervento delle forze dell'ordine: dopo avere saputo di aver perso il reddito, un uomo ha fatto irruzione nella stanza del sindaco cospargendola di benzina e minacciando di appiccare il fuoco. Alla fine il presidente del consiglio comunale è riuscito a far desistere il disoccupato dal gesto e l'uomo, un sessantenne, è stato preso in consegna dai carabinieri e dal 118.
A Napoli, una cinquantina le persone che hanno partecipato al presidio in via De Gasperi, davanti alla sede Inps. "Siamo in piazza per la sopravvivenza", ha detto Giuliano Granato, di Potere al Popolo, che ha organizzato il sit-in insieme all'Usb. Il direttore dell'ufficio Inps (per utenza il secondo d'Italia), Roberto Bafundi, ha ricevuto una delegazione dei manifestanti hai quali ha ribadito che l'ente non intende lasciare solo nessuno.
Due le strade percorribili: per i fragili, quella della presa in carico da parte dei servizi socio-sanitari e, per gli 'occupabili', quella del non meglio precisato supporto per la formazione e il lavoro, che riceveranno 350 euro in tutto.
Il problema, spiega Granato, che ha partecipato all'incontro, è che "dal momento dell'iscrizione al corso di formazione a quello dell'attivazione possono passare settimane. Ma se i soldi arrivano il primo settembre o il 30, o a ottobre, per le persone cambia tanto, perché se tu hai vissuto di reddito di cittadinanza e per 60 giorni non hai un euro come vivi?".
I manifestanti chiedono dunque che l'erogazione parta dal momento dell'iscrizione alla formazione "perché questi soldi devono arrivare il prima possibile altrimenti le persone non sanno come sopravvivere". Sul versante dei servizi sociali, non si sono registrati a Napoli problemi o situazioni di criticità negli uffici, monitorati dalla polizia municipale e dalle forze dell'ordine.
"Segno che la nostra campagna di comunicazione, avviata nei giorni scorsi, ha funzionato", dice l'assessore al Welfare Luca Trapanese. In altre parti del Paese si registrano sporadici affollamenti, ad esempio a Taranto, ma non criticità particolari.
"La confusione in questi giorni - dice Gilda Panico, presidente dell'ordine degli assistenti sociali in Campania - è dovuta all'sms dell'Inps, che spinto i cittadini ad andare nei Comuni, che però in questo momento non possono dare risposte".
Anche il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, critica il modo in cui i cittadini hanno saputo di aver perso il reddito: "credo che sia stato un intervento sbagliato da parte del Governo, inviare un sms per informare decine di migliaia di persone che da inizio agosto non avranno un aiuto, è un trauma sociale che avremmo dovuto fare di tutto per evitare".
Secondo De Luca, "ora dobbiamo lavorare in due direzioni: la solidarietà, innanzitutto, per la povera gente vera, e poi anche la trasparenza, provare a correggere anche alcune distorsioni registrate in questi anni, parlo di fenomeni speculativi, di parassitari che vanno cancellati".