Economia / Lavoro

Allarme della Cgil: in Trentino frenata delle nuove assunzioni nei primi 4 mesi dell'anno

Ad aprile sono scese del 7,6%, nell'intero quadrimestre la media è del 2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il segretario Grosselli: "Sono segnali di preoccupazionen in particolare il rallentamento dell'industria, che si conferma di mese in mese"

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TRENTO. Ad aprile le assunzioni in Trentino sono scese del 7,6% (-900 unità). A dirlo è il report di Agenzia del Lavoro. Il calo più marcato riguarda i pubblici esercizi. "A far riflettere è, però, il dato sui primi quattro mesi dell'anno: tra gennaio ed aprile il numero di nuove assunzioni si è ridotto del 2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente", sottolinea la Cgil del Trentino in una nota.

Il ridimensionamento è più significativo nell'industria, dove in quattro mesi sono stati persi 465 nuovi contratti (-10,7%). Anche nei servizi alle imprese il calo è significativo: si parla di un -4,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. Calano anche i contratti a tempo indeterminato (-4,4% tra gennaio e aprile) e di apprendistato (-14,3%), oltre alle trasformazioni dei contratti temporanei in contratti a tempo indeterminato (-13,8%).

Il saldo occupazionale è negativo: le cessazioni corrono più veloci, mentre si riducono le assunzioni. Per la Cgil questi dati sono "un campanello d'allarme da non sottovalutare".

"Se è vero che il mercato del lavoro trentino tiene e il livello di disoccupazione è contenuto, è altrettanto vero che ci sono dei segnali di preoccupazione. Cogliamo in particolare il rallentamento dell'industria, che si conferma di mese in mese, e anche il calo del lavoro stabile. Dunque oltre ad un problema di numeri abbiamo un problema di qualità dell'occupazione che si lega a filo doppio con un problema di retribuzioni. Il lavoro cala nei settori dove è remunerato meglio e aumenta il lavoro precario, per definizione meno pagato", commenta il segretario provinciale della Cgil Andrea Grosselli.

“Fino a quando si continueranno a finanziare alla stessa maniera e senza una vera selettività imprese che aumentano il proprio valore aggiunto grazie allo sviluppo di nuovi processi e nuove tecnologie e imprese che hanno scarsi investimenti e bassa propensione all'innovazione, finché si privilegeranno i contributi verso le micro imprese, finché si sprecheranno 80 milioni di euro l'anno in sgravi Irap a pioggia, il nostro tessuto economico non recupererà produttività rischiando di diventare marginale rispetto allo sviluppo del sistema industriale europeo.

Ne consegue che, come ormai abbiamo appreso a tutti i tavoli di confronto, le retribuzioni difficilmente aumenteranno il proprio potere d'acquisto come nel nord Europa e si continuerà a non attrarre manodopera qualificata, alimentando un circolo vizioso che imbriglia la crescita del Trentino”, conclude Grosselli.

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