Economia / I dati

Rallenta l'inflazione, ma la Cgil lancia l’allarme: “In Trentino paghe troppo basse”

Andrea Grosselli: "Continuiamo a ritenere quella dei salari la vera emergenza della nostra provincia. L'alta inflazione di questi anni e le asfittiche dinamiche salariali determinano un impoverimento reale delle famiglie trentine"

APPELLO Trento, ha il lavoro ma la casa costa troppo

TRENTO. Rallenta la crescita dell'inflazione in Trentino, attestatasi a un tasso medio annuo dell'1,2% a giugno (+0,3 rispetto al mese scorso), ma si registrano nuovi record dei prezzi di alimentari, casa e trasporti. I dati sono riportati in una nota dalla Cgil del Trentino sulla base del report mensile dall'Istituto di statistica provinciale (Ispat).

Secondo quanto riportato, rispetto al 2019 i prezzi dei beni alimentari a giugno di quest'anno sono più alti di oltre 26 punti percentuali, i prezzi legati ad abitazioni ed utenze sono saliti del 27% e quelli dei trasporti hanno segnato un più 16% circa.

"Il problema è che non sono cresciuti allo stesso modo i salari e gli stipendi delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti. Anzi tra il 2019 e il 2022 gli aumenti delle retribuzioni medie sono stati inferiori a quelli registrati in Alto Adige, Veneto, Lombardia e in generale del Nordest", ricorda il segretario generale della Cgil del Trentino, Andrea Grosselli.

Secondo l'Ispat, tra il 2019 e il 2022 le retribuzioni medie annue dei lavoratori dipendenti del settore privato in Trentino sono cresciute solo del 3,3%, contro il 5,2% dell'Alto Adige. Il differenziale con le retribuzioni medie della provincia di Bolzano è del 16%, mentre nel Nordest i lavoratori dipendenti oggi in media guadagnano ogni anno l'11,2% in più rispetto ai lavoratori trentini.

"Continuiamo a ritenere quella dei salari la vera emergenza del Trentino. L'alta inflazione di questi anni e le asfittiche dinamiche salariali determinano un impoverimento reale delle famiglie trentine. Per questo di fronte ad una legge di assestamento provinciale che muove più di un miliardo di euro, l'assenza degli stanziamenti necessari per rafforzare il potere d'acquisto dei salari di chi lavora", conclude Grosselli.

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