Materie prime rare, la tentazione di riaprire le miniere in Trentino: la mappa Ispra per fluorite e barite, ecco dove si trovano
Aggiornata la banca dati nell’ambito del Pnrr: nell’elenco la Val dei Mocheni, la Valsugana, l’Argentario e la valle di Prestavel, origine della tragedia di Stava
TRENTO. Il Trentino Alto Adige compare nel rapporto dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) sull'elenco delle 34 materie prime critiche dell'Unione europea per la presenza in passato di miniere di fluorite, rame e barite.
Le informazioni dell'Ispra sulle risorse minerarie nazionali - informa una nota - sono contenute nel database Gemma (Geologico, minerario, museale e ambientale), presentato a Roma.
La banca dati, aggiornata nell'ambito del progetto Pnrr, rappresenta il punto di partenza per l'elaborazione del programma minerario nazionale previsto dal Regolamento europeo 1252 del 2024 (Critical Raw Materials Act).
Per quanto riguarda il Trentino, sul portale dei Siti minerari italiani dell'Ispra si trova traccia di una decina di siti minerari di fluorite e barite, in particolare in valle dei Mocheni, in Valsugana e sulle colline di Trento (Argentario).
La fluorite si estraeva, fino alla tragedia di Stava degli anni Ottanta, nel bacino di Prestavel sopra Tesero.
Il sito di Ispra con la documentazione raccomanda di "esplorare" le risorse possibili, che per l'Italia sono concentrate praticamente in Trentino, Lombardia e Sardegna, soprattutto per quanto riguarda bauxiti e fluoriti.
In Alto Adige, in valle Aurina, era invece presente una delle principali miniere di rame italiane.
Secondo quanto riporta l'Ispra, "i dati sulle miniere attive in passato e quelli sulle ricerche pregresse e recenti, documentano la potenziale presenza di varie materie prime critiche e strategiche", ritenute "indispensabili per il modello di sviluppo decarbonizzato, la green tech, la transizione digitale e la indipendenza da Paesi terzi".