Calano i prezzi a settembre, ma la spesa torna cara: stangata su alimenti e scuole
"Siamo in un miraggio, il calo dell'inflazione - spiega Massimiliano Dona (Unione Consumatori) - è dovuto solo al fatto che le vacanze degli italiani sono finite e, quindi, sono terminate le speculazioni sulle loro ferie. Non per niente il settore trasporti cala del 2,2% su agosto 2024 e del 2,3% su settembre 2023". L'inflazione "di fondo", cioè al netto dei beni energetici e dei beni alimentari freschi si mantiene quindi a +1,8%”
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ROMA. A settembre l'indice dei prezzi al consumo ha registrato il primo segno negativo dell'anno con un -0,2% su agosto, con l'inflazione che rallenta a +0,7% toccando il livello più basso del 2024. A determinare il raffreddamento dei prezzi sono ancora i beni energetici che su base mensile scendono: dell'1,5% gli energetici regolamentati e dell'1,1% i non regolamentati. Mentre su base annua scendono nel complesso dell'8,7% dal -6,1% di agosto. Il calo conferma il rallentamento dell'economia e non consola i consumatori.
"E' un effetto ottico, un'illusione", attacca il presidente dell'Unione dei Consumatori Massimiliano Dona. La realtà di tutti i giorni si misura infatti sulla ripresa dei prezzi dei beni che compongono il cosiddetto carrello della spesa e dei beni, ricorda il Codacons, legati alla ripresa scolastica. A fronte di un rallentamento dell'inflazione al +0,7%, la curva dei beni alimentari e per la cura della casa ha ripreso a salire, con un'accelerazione tendenziale significativa: in 30 giorni sono passati da +0,6% a +1,1%.
"Siamo in un miraggio, il calo dell'inflazione - spiega Massimiliano Dona - è dovuto solo al fatto che le vacanze degli italiani sono finite e, quindi, sono terminate le speculazioni sulle loro ferie. Non per niente il settore trasporti cala del 2,2% su agosto 2024 e del 2,3% su settembre 2023". L'inflazione "di fondo", cioè al netto dei beni energetici e dei beni alimentari freschi si mantiene quindi a +1,8%.
"Tensioni sui prezzi si registrano anche sul comparto della scuola", afferma il Codacons, sottolineando che gli articoli di cancelleria rincarano in media del 3,3% su anno, quelli di cartoleria e materiale da disegno salgono del +2,5%, mentre i libri scolatici sfiorano un preoccupante 4% (+3,8%).
Più ottimiste le organizzazioni della Grande distribuzione e di Confcommercio. "I dati sull'andamento dei prezzi nel mese di settembre confermano una dinamica stabile dell'inflazione", dice Federdistribuzione, che però vede ancora "incerte" le "prospettive sui prossimi mesi, in particolare per quanto riguarda il rilancio dei consumi che restano deboli".
Mentre Confcommercio vede addirittura nel calo dell'inflazione "un segnale di speranza per la possibilità di performance dell'economia nei mesi autunnali". Questo ottimismo poggia essenzialmente sull'aumento delle speranze delle imprese per un ulteriore taglio del costo del denaro che la Bce potrebbe decidere ad ottobre e sul miglioramento del clima di fiducia dei consumatori rilevato nei giorni scorsi.
Nel frattempo, segnali negativi arrivano dal rallentamento dei flussi del commercio estero verso i Paesi Extra-Ue. Nel mese di agosto il dato delle esportazioni e andato in terreno negativo, con un significativo -7,4% a fronte di un +7,6% di luglio. In flessione anche l'import che registra un calo del 6,5% per effetto principalmente della contrazione degli acquisti di energia (-20,5%). Completa il quadro il dato dell'inflazione tedesca che anche a settembre continua a scendere passando dal +1,9% di agosto al 1,6%.