Manifattura trentina, futuro che spaventa: “C’è il rischio di finire in una tempesta perfetta”
Prosegue la contrazione delle assunzioni nei primi otto mesi dell'anno in Trentino. Il settore manifatturiero a pagare il conto più salato in questo quadro di rapido e costante rallentamento delle dinamiche del mercato del lavoro
TRENTO. "I segnali di rallentamento di oggi su fatturato e occupazione potrebbero essere solo l'anticipazione di una tempesta perfetta che, complice le dinamiche internazionali, potrebbe abbattersi sulla manifattura trentina. Bisogna giocare d'anticipo. È urgente, allora, che anche la politica, giunta provinciale in primis, ne prenda atto e agisca attuando politiche innovative per sostenere gli investimenti su transizione ecologica e digitale. Il rischio è la marginalità della nostra produzione manufatturiera con impatti importanti sulla tenuta di occupazione e coesione sociale".
A segnalarlo è il segretario della Cgil del Trentino Andrea Grosselli, che non nasconde le proprie preoccupazioni per la rielezione di Donald Trump negli Usa e per la crisi di governo ormai conclamata in Germania. "I segnali purtroppo ci sono già. L'occupazione nel manifatturiero in senso stretto è in rallentamento e siamo di fronte ad una ripresa della cassa integrazione, con i settori in maggiori difficoltà come il cartario, ma anche quello legato al comparto dell'automotive. La scelta di procedere al concordato preventivo per la Maragoni Meccanica è un nuovo importante campanello d'allarme".
Occupazione, dati allarmanti
Aumentano in agricoltura e nei pubblici esercizi (e ci mancherebbe visto che parliamo di un mese estivo), ma calano in tutti gli altri settori le assunzioni operate dalle aziende trentine ad agosto. Lo dicono i dati mensili dell'Agenzia del Lavoro, secondo cui continuano a ridursi i posti di lavoro, in particolare quelli creati dal settore manifatturiero e dal terziario.
Nonostante un lieve miglioramento registrato ad agosto, prosegue la contrazione delle assunzioni nei primi otto mesi dell'anno in Trentino. Complessivamente, da gennaio ad agosto, i nuovi inserimenti occupazionali sono calati di quasi l'1 per cento.
Il saldo positivo si assottiglia.
La differenza tra assunzioni e cessazioni al netto delle stabilizzazioni - resta comunque positivo (+6.289) ma risulta in calo rispetto ai primi otto mesi del 2023 (+7.745) con una contrazione del 18,8 per cento.
Come detto è il settore manifatturiero a pagare il conto più salato in questo quadro di rapido e costante rallentamento delle dinamiche del mercato del lavoro. Nel mese di agosto le assunzioni nell'industria in senso stretto sono calate del 15,3 per cento mentre nei primi otto mesi dell'anno la riduzione si attesta complessivamente all'8,3.