Il governo aumenta la tassa per i passeggeri, Ryanair attacca: "Decisione miope, Roma faccia retromarcia"
L'ad Eddie Wilson: "Se Roma non modificherà la decisione, a rischio i nostri piani per l'Italia e molti posti di lavoro". La Finanziaria Meloni prevede per i Comuni la possibilità di aggiungere tre euro a testa per l'imbarco, portando la media sborsata dagli attuali 6,5 euro a 9,5, con picchi di 12 euro in certi scali
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ROMA - Ryanair attacca "la decisione miope e regressiva" del governo di aumentare le tasse sui passeggeri che viaggiano dai più grandi aeroporti italiani dal 1° aprile 2025.
L'impennata della tassa d'imbarco è prevista dal governo Meloni nella legge di bilancio 2024, per consentire ai Comuni di applicare un'addizionale fino a un massimo di tre euro per passeggero. Oggi l'importo pagato dai passeggeri è mediamente di 6,5 euro, con casi in cui si sborsano 7,5 euro (Roma) e altri in cui si arriva a 9 euro, come a Venezia.
"Questo aumento della tassazione costringerà le compagnie aeree, come Ryanair, a rivedere i propri piani per l'Italia nel 2025, con gravi conseguenze per la connettività, il turismo e i posti di lavoro, in particolare a Roma dove è necessaria una maggiore connettività aerea per sostenere il turismo in entrata nell'Anno Giubilare", avverte il gruppo irlandese.
"Ryanair invita il Governo a revocare immediatamente questa miope e regressiva decisione di aumentare le tasse sui passeggeri", afferma l'ad di Ryanair, Eddie Wilson. "Questa decisione illogica di aumentare l'addizionale comunale, insieme alla mancata rimozione del limite dei voli a Ciampino, sarà particolarmente dannosa per Roma, dove le compagnie aeree, come Ryanair, saranno costrette a ridurre la capacità proprio in vista del Giubileo", sottolinea.