TRENTO - Quaranta incontri solo quest'anno, un centinaio dal 2019. Finalmente il contratto integrativo provinciale per i 1.900 dipendenti delle Famiglie Cooperative è stato firmato. Sarà valido fino al 31 dicembre 2028.

Ma - come era emerso già giovedì - è stato sottoscritto soltanto da un sindacato, quello più rappresentativo, la Fisacat Cisl, non da Uiltucs e Filcams Cgil.

Una spaccatura evidente dentro le organizzazioni dei lavoratori, resa ancora più palese ieri in serata dai comunicati distinti sull'integrativo Dao.

Sul piano pratico l'intesa corrisponde a quanto anticipato già ieri sull'Adige: il 38 per cento del premio sarà variabile, collegato ai risultati economici delle singole cooperative. Se una Famiglia non riuscirà a garantire il premio variabile, sarà obbligata a convocare un tavolo con le rappresentanze sindacali entro 60 giorni dalla chiusura del bilancio.

Per i lavoratori delle Famiglie cooperative che producono utili sostanziosi («circa il 60 per cento di tutti i dipendenti», calcola il presidente di Sait Renato Dalpalù) l'aumento rispetto al vecchio contratto sarà di circa 200 euro l'anno e varrà attorno ai 2.200 euro.

La parte variabile (corrispondente al 38% del totale) verrà graduata: se l'utile raggiungerà lo 0,75 per cento del fatturato il premio sarà pieno, se sarà minore si andrà a scalare.

«Calcoliamo che sulla base dell'ultimo bilancio sarebbero tra le 12 e le 15 le Famiglie Cooperative non in grado di pagare il premio pieno» ha spiegato il capo delegazione della Federazione della Cooperazione Italo Monfredini.

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