Autobrennero / Scadenza

Concessione A22, dai proclami di trionfo per la gara, al ricorso al Tar contro il bando del governo

In un mese le certezze, con comunicati e selfie sui social, si sgretolano. E Kompatscher chiede ai soci in assemblea di agire (Fugatti era a Losanna per le Olimpiadi giovanili)

CONTRATTO Chi vince la gara deve investire 9 miliardi
PROGETTO Cosa prevede l'offerta di Autobrennero

A22 C’è il bando per la concessione

TRENTO. L'incontro a Salorno, il brindisi tra i presidenti Arno Kompatscher e Maurizio Fugatti, gli annunci di giubilo di Autobrennero, le pacche sulle spalle, i comunicati stampa trionfali delle parlamentari del centrodestra trentino, l'indomani della pubblicazione del bando di gara. Tutto sembra un po' più lontano, a guardarlo ora. Per lo meno il giubilo.

Ieri il Cda di Autobrennero ha deliberato di dare mandato all'avvocato Damiano Florenzano di valutare il ricorso al Tar contro il bando di gara per la concessione di A22. L'obiettivo, par di capire, non sarebbe davvero quello di annullare un bando per il quale Autobrennero - ma anche e soprattutto i vertici delle due province di Trento e Bolzano in prima persona - ha lavorato con fatica e per tanti anni. Sarebbe, piuttosto, quello di fare pressione affinché alcuni passaggi del bando di gara vengano modificati, per rendere più chiaro ciò che è essenziale per via Berlino: il diritto di prelazione. Insomma, la società ha la necessità di tutelarsi, visto che in ballo ci sono non solo molti denari - il piano di investimenti oltre i 10 miliardi - ma soprattutto c'è un passaggio strategico per il futuro sviluppo del territorio.

Ieri, 30 giorni esatti dalla pubblicazione del bando, c'è stata l'assemblea dei soci. Assente Fugatti, impegnato a Losanna per l’assegnazione delle Olimpiadi invernali giovanili, presente Kompatscher che visti certi temporeggiamenti ha sollecitato una decisione ferma del Cda che si è riunito subito dopo l'assemblea dei soci.

Al termine, è uscita una nota sibillina che se voleva sviare i cronisti ha ottenuto l'effetto contrario ché ce n'era abbastanza da metterli sul chi va là: «Generale la soddisfazione dei Soci per l'avvio di un iter atteso da tempo e per i contenuti del bando, che prospettano una stagione di grandi investimenti lungo l'intero asse autostradale tesi a riconfigurarne potenziandola l'offerta di mobilità riducendone sensibilmente l'impatto ambientale. In attesa di entrare nel vivo della procedura di gara, i Soci hanno condiviso con gli amministratori la necessità di mantenere il riserbo circa le prossime attività della società relative alla gara e l'opportunità di avanzare alla stazione appaltante alcune richieste di chiarimento tese a rimuovere ogni possibile rallentamento della procedura stessa».

La notizia è sempre nell'ultima frase: servono chiarimenti. E serve riserbo. Che tradotto significa che i soci non hanno alzato il telefono per tutta la sera, ma i giornalisti sì, perché equivaleva quasi a una sfida, peraltro nel tentativo di tenere nascosto quello che è di interesse più che pubblico.

Quel che non si voleva chiarire era la strategia da adottare per convincere il ministero ad avere i chiarimenti sperati. Il ricorso previa sospensiva a questo dovrebbe servire.

Per capire, un passo indietro. Quello per la concessione di A22 è un ppp, un partenariato pubblico privato. Significa, banalizzando, che Autobrennero ha presentato un progetto di concessione, che il ministero ha ritenuto d'interesse pubblico abbastanza da metterlo a gara. Può partecipare chiunque, ma Autobrennero ha il diritto di prelazione, in caso di vittoria altrui.

Questo è il nodo. Perché il bando sul tema è scivoloso. In un passaggio chiarisce che il diritto di prelazione «sarà confermato nella lettera di invito solo a seguito dell'acquisizione del parere favorevole dei Servizi della Commissione europea». E l'Europa potrebbe fare un brutto scherzo, perché potrebbe mettere in discussione un bando che sembra fatto su misura per A22.

E in un altro passaggio evidenzia come Autobrennero «nella domanda di partecipazione dovrà allegare, a pena d'esclusione, una dichiarazione di rinuncia di indennizzo e/o rivendicazione alcuna qualora il riconoscimento del diritto di prelazione fosse dichiarato incompatibile».

Le due cose insieme non escludono la prelazione, ovviamente. Ma rendono la mancata prelazione un'ipotesi per quanto teorica possibile. E questo in via Berlino piace molto poco. Ecco perché si spera di avere un chiarimento sul punto. Perché da una parte c'è il bando, da più parti letto come abbastanza scivoloso.

Dall'altra però c'è una legge - perché il ppp è previsto in una norma - che parla chiaramente di diritto di prelazione. Si chiedono chiarimenti insomma, tesi «a rimuovere ogni possibile rallentamento della procedura stessa», e l'eventuale sospensiva quello sarebbe.


 


 

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