In Trentino arrancano i pagamenti Pnrr, coperto solo il 13% del miliardo e mezzo di euro disponibili
I dati dell'analisi svolta da OpenPolis sul piano che in provincia mette a disposizione 1,6 miliardi di euro per 4.304 progetti. A livello nazionale speso meno di un terzo delle risorse a meno di due anni dalla fine del piano, prevista per metà 2026, e tre anni e mezzo dall’approvazione del luglio 2021
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TRENTO - Oltre un miliardo e mezzo di euro a disposizione (1,3 miliardi di risorse Pnrr, più altri 367 milioni) per completare 4.304 progetti, con un 13% medio di pagamenti effettuati. Una percentuale, quest'ultima, decisamente inferiore rispetto alla media nazionale (24%) e clamorosamente inferiore rispetto ai dati dell'Alto Adige (40%).
È questa la macro fotografia della situazione del Trentino per quanto riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza fornita da OpenPolis.
Si tratta di dati in continuo e costante cambiamento, che variano anche a secondo di quali tipologie di investimenti e di spese vengono considerati, ma che rappresentano anche una "vittoria della trasparenza": «Dopo mesi di richieste e appelli, finalmente siamo in grado di rendere pubblici i dati sulla spesa e i pagamenti: un risultato frutto di una mobilitazione collettiva», sottolinea la fondazione.
Nella ricerca si spiega che in Italia la percentuale di pagamenti è al 30%: meno di un terzo dei fondi, quindi, è stato speso. La percentuale di pagamenti per i singoli progetti è leggermente inferiore (24%): «Le due percentuali differiscono perché quella della spesa, aggregata a livello di misura, è comunicata al governo direttamente dalle amministrazioni titolari dell'investimento, mentre i dati sui pagamenti dei singoli progetti arrivano dai rispettivi soggetti attuatori».
A meno di due anni dal termine del piano (metà 2026), e tre anni e mezzo dalla sua approvazione (luglio 2021), sono state spese meno di un terzo delle risorse.
Con un ritardo che, mese dopo mese, diventa sempre più preoccupante.
Tornando, nel dettaglio, ai dati trentini, vengono analizzati 8 settori. In due la nostra provincia viaggia in linea con le medie nazionali, ovvero nell'inclusione sociale (45 progetti, 62 milioni e il 29% di pagamenti effettuati) e nella voce Scuola, università e ricerca (578 progetti, 265 milioni e il 28% di pagamenti).
Anche nella digitalizzazione la percentuale di pagamenti è discreta (21%). Maluccio va per Impresa e lavoro e Transizione ecologica (rispettivamente 13 e 10 per cento), decisamente male per Cultura e turismo (6%) e soprattutto per le infrastrutture (2%), che rappresentano tra l'altro la fetta di risorse maggiore con quasi cinquecento milioni di euro.
OpenPolis rende pubblici anche i numeri comune per comune: tra i dieci più popolosi del Trentino spicca la performance di Mori, mentre in fondo alla "classifica" c'è Lavis. Considerando tutti i comuni al top troviamo Canal San Bovo (70% per 11 progetti e 3 milioni), seguito da Castello-Molina di Fiemme e Garniga Terme al 63%. Ben 39 comuni sono ancora allo 0% e altri 30 sotto il 5%.
Ma, come accennato, tutti questi numeri vanno presi con le pinze, nel senso che a volte i ritardi sono legati a ritardi nazionali e non del singolo comune o ente (Autobrennero, Apss, Università, comunità di valle).
Infine nel sito ufficiale della Provincia sul Pnrr, i dati differiscono leggermente (oltre 4.200 progetti e 1,4 miliardi, ma nessun dato sulla spesa) da quelli di OpenPolis.
Le "missioni" considerate sono 5 (digitalizzazione, rivoluzione verde, salute, inclusione e istruzione) e c'è una stima delle risorse assegnate per ente: ai primi due posti di sono gli enti locali (286 milioni) e Provincia e Apss (275 milioni). Le scuole hanno 35 milioni, mentre gli enti irrigui 13,4 milioni e gli altri enti strumentali 110,7 milioni.