Dazi Usa e risposta cinese, crollano le Borse. Bankitalia taglia le stime del Pil
Forti timori nei mercati, le banche sono le più colpite, Milano maglia nera nella Ue. Si è registrato un calo come quello dell'11 settembre 2001, il giorno dell'attacco alle Torri Gemelle. In forte diminuzione anche Madrid (-5,9%), Francoforte (-4,9%), Parigi (-4,3%) e Londra (-3,9%)
MILANO - La Borsa di Milano è crollata sotto i colpi della guerra dei dazi innescata dal presidente americano Donald Trump. Oggi la Cina ha annunciato tariffe aggiuntive (e speculari a quelle subite) del 34% sui prodotti degli Stati Uniti dal 10 aprile e il ricorso l'Organizzazione mondiale del commercio contro i dazi Usa decisi due giorni fa. Una decisione che provoca il crollo delle Borse europee e Piazza Affari è maglia nera nell'Ue.
L'indice Ftse Mib ha perso il 6,53% arretrando a 34.649 punti. Tra i peggiori Azimut (-12,6%), Leonardo (-12,4%) e Mps (-12,12%). Si salva dal panic selling solo Diasorin (+1,66%). Si è registrato un calo come quello dell'11 settembre 2001, il giorno dell'attacco alle Torri Gemelle.
Da allora solo dieci sedute peggiori, tra il dopo-Brexit e il fallimento di Lehman Brothers. In forte calo anche Madrid (-5,9%), Francoforte (-4,9%), Parigi (-4,3%), Londra (-3,9%). I future di Wall Street peggiorano, vola 'l'indice della paura'. A picco il petrolio, perde l'8%. Le attese di un taglio dei tassi della Bce a aprile balzano ora da zero al 100%.
Le banche sono le più colpite. I dazi incrociati di Usa e Cina spaventano i mercati, gli investitori fuggono temendo una recessione e gli indici chiudono in profondo rosso.
Altri 819 miliardi di euro sono andati in fumo oggi per le principali borse europee a due giorni dall'annuncio sui dazi Usa. Il dato si somma ai 422 miliardi della vigilia e porta il saldo negativo a oltre 1.241 miliardi in due giorni.
Intanto, la Banca d'Italia taglia le stime sul Pil "soprattutto" per effetto "dell'inasprimento delle politiche commerciali": il +0,8% previsto a dicembre scorso per il 2025 cala a +0,6%, mentre per il 2026 la stima di +1,1% scende a 0,8% e nel 2027 da +0,9% a +0,7%.
Bankitalia sottolinea che il metodo dà stime su dati destagionalizzati e corretti per il numero di giornate lavorative; senza questa correzione il Pil crescerebbe dello 0,5% nel 2025, dello 0,9% nel 2026 e 0,7% nel 2027.
Le stime, si precisa, includono "una prima e parziale valutazione" dei dazi, ma non considerano eventuali ritorsioni né l'evoluzione dei mercati internazionali.