Fresi e Battiston dentro una fiaba con la luna

Una favola con protagonisti, la luna, due fratelli e il sogno. "Il grande passo", opera seconda di Antonio Padovan (Finché c'è Prosecco c'è speranza) con Giuseppe Battiston e Stefano Fresi sembra una scommessa vinta.
Il film, in concorso alla 37ª edizione del Torino Film Festival e molto applaudito alla prima stampa, mette in campo due attori eccezionali e gemelli in quanto a corporatura e caratteristiche attoriali come Battiston e Fresi. A questi si aggiungono Roberto Citran, Camilla Filippi, Vitaliano Trevisan, Teco Celio e un cameo di Flavio Bucci.

«Questa storia è nata un paio di anni fa. Dopo "Finché c'è prosecco c'è speranza" sentivo il bisogno di scrivere una storia tutta mia che raccontasse un po' un sogno impossibile, un sogno di quelli che alla fine non ce la fanno. Ho guardato così sia al filone Mazzacurati e anche, essendo vissuto dodici anni all'estero, ai film americani come quelli di Spielberg, ma sempre mettendo in evidenza un lato negativo nella fiaba».

Questa la storia che ricorda quelle di Tim Burton. Dario (Battiston) e Mario Cavalieri (Fresi), due fratelli tanto simili fisicamente quanto differenti caratterialmente, si incontrano dopo anni. Mario, il più tranquillo, gestisce con la madre un negozio di ferramenta a Roma. Una vita piuttosto grigia la sua fino a quando gli arriva una telefonata che cambierà, almeno per un tratto, la sua vita.

Suo fratello Dario ha causato un incendio ed è finito in prigione e ora rischia anche una casa di cura viste le sue molte stranezze e Mario è l'unico parente che può occuparsi di quel fratello che ha visto una sola volta in vita sua e con cui condivide l'inaffidabile padre (Flavio Bucci). Il fatto è che Dario da quando a sei anni ha visto in diretta le immagini del primo sbarco dell'uomo sulla luna, non ha mai smesso di volerci andare.

Il padre poi, che per lui è una vero mito, lo ha educato al sogno e Dario così non ha mai smesso di farlo e ha una cantina che sembra Cape Canaveral con tanto di razzo dentro. Mario nel gestire la follia del fratello verrà contaminato da inedite gioie mentre Dario dovrà affrontare al contrario un pizzico di realtà, ma senza mai rinunciare al suo sogno. «Dopo l'esperienza molto bella di "Finché c'è Prosecco c'è speranza" - dice a Torino Battiston - anche questa volta ho ricordi molto positivi. Lavorare poi, come fa Padovan, con lo stesso cast mi ricorda John Cassavetes che ha sempre fatto film straordinari». «In realtà - dice Fresi ironico - nel film solo io sono un outsider sia nel cast che nella storia».

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