Angela Carini, mi sono chiesta, chi sto affrontando?

(ANSA) - ROMA, 02 AGO - "Mi sono chiesta: chi sto affrontando? Poi però non tocca a me decidere. Mi dispiace anche per lei, siamo finite in un boom mediatico. Chi siamo noi per giudicare? Per dire cosa è giusto e cosa è sbagliato? Noi siamo atlete, non siamo giudici". Lo spiega l'atleta azzurra Angela Carini in un'intervista a La Stampa dopo l'abbandono nel match contro l'algerina Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi. A cornice dell'incontro ci sono state diverse polemiche per il livello di testosterone dell'atleta algerina. L'Olimpiade dell'azzurra è durata meno di un minuto, 46 secondi e poi il blackout. "Non me la sono più sentita di combattere dopo meno di un minuto. Ho preso un colpo al naso e ho perso l'equilibrio, non respiravo e quindi ho detto basta", racconta. Forse a condizionare l'atleta italiana sono state anche le polemiche che hanno preceduto l'incontro. "Non sono nessuno per poter giudicare. Non sono nessuno per prendere una decisione. Se questa ragazza è qui ci sarà un motivo. Io ho combattuto e sono salita sul ring - sottolinea -, come è giusto che facessi". Carini spiega di non avere protestato per l'abbinamento con la pugile algerina? "No, no, io non ho mai protestato. Non ho mai detto una parola. Mi adeguo alle regole, non decido io", commenta. "Anche se mi avessero detto non combattiamo, non avrei accettato. Non mi sono mai abbattuta", prosegue sottolineando che per lei non si tratta di una sconfitta, "io non ho perso, mi sono solo arresa con maturità". "Non mi vergogno di certo, e poi di cosa devo avere vergogna? Perché mi sono arresa, perché non ho potuto combattere? Esco a testa alta", conclude ed ora "dico ciao alla boxe". (ANSA).