Annie Ernaux "Nei miei libri c'è tanto cinema italiano"
(ANSA) - ROMA, 22 OTT - Il cinema italiano "è fra quelli che mi hanno più segnato e ispirato. Penso a film come il posto di Olmi di cui parlo nel mio libro L'evento. Un altro film molto importante per me è stato La strada di Fellini, che ho visto da giovane. Mi sono resa subito conto di quanto il cinema italiano parlasse attraverso il realismo. Mi colpiva molto di più di quello francese che trovavo spesso troppo al di sopra delle cose che raccontava e troppo parlato". Lo dice la scrittrice francese Annie Ernaux, premio Nobel per la letteratura 2022 alla Festa del Cinema di Roma, dove ha incontrato il pubblico dopo la presentazione di Annie Ernaux: I miei anni Super-8, documentario da lei realizzato insieme al figlio David Ernaux-Briot (con lei protagonista dell'incontro) che sarà distribuito prossimamente in Italia da I Wonder Pictures. Un viaggio nel tempo attraverso i filmini famigliari senza voce in super 8, girati dagli Ernaux tra il 1972 e il 1981, che prendono vita nel testo sul filo dei ricordi scritto dall'autrice, anche voce narrante. Il legame tra cinema italiano e letteratura della scrittrice c'è anche per uno dei suoi romanzi più celebri, Gli anni: "Una fonte d'ispirazione è stata Ballando ballando di Scola. Dopo aver visto il film mi è venuta l'idea di scrivere un libro con quel tipo di racconto, ma mi serviva la formula giusta. La scelta è stata di utilizzare quello che avevo sentito dire durante la mia infanzia". Arrivano anche le domande del pubblico, fra le quali una su quale libro di un altro autore avrebbe voluto scrivere: "Avrei risposto facilmente 30 anni fa, oggi è più difficile. E' come se invecchiando sentissi che il mio percorso sarebbe potuto essere solo in una direzione, un po' come in quel libro di Kafka (il processo, ndr) dove si apre per uno dei personaggi una porta destinata solo a lui. Tra i libri che ho ammirato di più ad esempio c'è Le cose di Georges Perec ma questo non vuol dire che avrei voluto scriverlo io". Fra le domande invece per il figlio della scrittrice c'è quella su come lui abbia reagito alla notizia del Nobel: "E' stata una cosa molto naturale non c'è voluto molto per abituarsi - dice sorridendo - anche perché lo considero pienamente meritato". (ANSA).