Appello di aziende e ricerca, 'l'Ue apra all'uso di dati per IA'
(ANSA) - ROMA, 19 SET - "Un cambiamento di rotta" dell'Europa sull'Intelligenza artificiale per non "restare esclusa dai grandi benefici di una tecnologia aperta in grado di accelerare la crescita economica e la ricerca". È l'appello di decine di aziende e ricercatori europei e italiani - tra cui EssilorLuxottica, Prada, Pirelli, Exor Group, Meta, Spotify - in una lettera aperta. In particolare si concentrano sull'uso dei dati europei e chiedono "decisioni armonizzate, coerenti, rapide e chiare nelle normative che ne permettano l'utilizzo per l'addestramento dell'IA a beneficio dei cittadini europei" altrimenti "privati dei progressi di cui godono Usa, Cina e India". I firmatari della lettera rivolta a legislatori e regolatori europei - tra cui ci sono anche Engineering, Ericsson, Nicolò Cesa-Bianchi (Università degli Studi di Milano), Eugenio Valdano, PhD (Sorbonne/Inserm) - fanno riferimento ai modelli "multimodali" cioè quelli "che operano con testo, immagini e audio e che consentiranno il prossimo salto in avanti nell'IA". "Senza questi modelli - aggiungono - l'Intelligenza artificiale verrà sviluppata altrove. Se aziende e istituzioni vorranno investire decine di miliardi di euro per sviluppare una Intelligenza artificiale generativa per i cittadini europei avranno bisogno di regole chiare, applicate in modo coerente, che consentano l'utilizzo dei dati europei. Ma, negli ultimi tempi, le decisioni normative sono diventate frammentate e imprevedibili". "L'Europa - sottolinea la lettera - si trova di fronte ad una decisione che avrà conseguenze sul continente per decenni. Può scegliere di riaffermare il principio di armonizzazione sancito nei quadri normativi come il Gdpr e offrire un'interpretazione moderna delle sue disposizioni che ne rispetti comunque i valori fondamentali, permettendo così che l'innovazione nell'IA si sviluppi qui con la stessa portata e velocità che in altre regioni del mondo. Oppure, può continuare a respingere il progresso, contraddire le ambizioni del mercato unico e restare a guardare mentre il resto del mondo sviluppa tecnologie a cui i cittadini europei non avranno accesso", concludono i firmatari. (ANSA).