Cagnan, 'un legame tra via Poma e il serial killer di Bolzano'
(ANSA) - BOLZANO, 31 AGO - Marco Bergamo, il serial killer di Bolzano, potrebbe avere ucciso Simonetta Cesaroni. E' l'ipotesi contenuta nel libro "Anatomia di un serial killer - Marco Bergamo, storia del mostro di Bolzano" (Athesia) di Paolo Cagnan, giornalista e scrittore, oggi condirettore de Il mattino di Padova e altri tre quotidiani veneti. Il bolzanino torna a raccontare le tante sfaccettature del caso Bergamo. Nel 1994 fu condannato all'ergastolo per una serie di femminicidi avvenuti tra il 1985 e il 1992. Oltre trent'anni dopo, Cagnan ricostruisce per intero la personalità di un serial killer italiano, le dinamiche della successione di femminicidi, ipotizzando un suo collegamento con il cold case italiano per eccellenza, il caso di via Poma. Un fascicolo a carico di ignoti è stato riaperto dalla Procura di Roma nel marzo 2022, per cui il caso è tuttora formalmente aperto. Nel corso dei decenni, tre persone - Pietrino Vanacore, Federico Valle e Raniero Busco - sono state indicate come il possibile assassino, ma poi scagionati. Cagnan elenca dieci elementi a sostegno della sua ipotesi. Le verifiche possibili ancora oggi, a dispetto del tempo passato, sono dettagliate sia nel rapporto inviato alla Procura di Roma, sia nel libro; le comparazioni sul sangue e sul Dna del possibile assassino di via Poma e il profilo biologico e genetico di Bergamo; la dinamica omicidiaria di via Poma e le analogie con il modus operandi di Bergamo, dalla dinamica rifiuto-schiaffo-raptus omicida sino all'overkilling; il feticismo come elemento ricorrente e caratterizzante di tutti i sei delitti presi in esame e comparati. Altri possibili collegamenti riguardano la somiglianza fisica e altre caratteristiche comuni tra Cesaroni e le cinque vittime accertate di Bergamo e la testimonianza di una ex Sysop (moderatrice) di alcune chat del Videotel, secondo cui Marco e Simonetta si erano conosciuti in quel luogo virtuale. Cagnan evidenzia anche le ripetute assenze dal lavoro di Bergamo e la rilettura del suo alibi per il 7 agosto 1990. (ANSA).