Chalamet, la dittatura dei social ci fa vivere male
(ANSA) - ROMA, 02 SET - "Essere giovani oggi per la mia generazione non è affatto facile, sei perennemente sotto il giudizio delle persone con i social media" dice Timotheè Chalamet. L'attore, 26 anni, è tornato a Venezia con il suo ultimo film Bones and All in cui è stato diretto di nuovo da Luca Guadagnino, "quasi un padre per me", dopo Chiamami col tuo nome che lo ha lanciato. Ragazzi accampati vicino al red carpet da stamattina per vederlo passare alla premiere del film in concorso. "Il crollo della società è nell'aria - aggiunge Chalamet - e questo film credo che possa gettare luce anche su questo tema". Chalamet è Lee, "un'anima spezzata", prosegue, in fuga dalla famiglia, dal paese dove abita, in fuga anche da se stesso, vive ai margini, ai bordi, consapevole di quello che fa, mangiare altre persone. E quanto incontra Maren (Taylor Russell), 18enne in fuga per lo stesso motivo, "provano la possibilità di vivere l'impossibile", come spiega Guadagnino. "Una storia d'amore straziante, tragica, fortissima", dice la star americana, fino alle estreme conseguenze. L'amore ci salva e ci libera? "Il film parla di questo tentativo, se invece la domanda è personale rispondo che per l'amore sono ancora tanto giovane". L'amore è la chiave per provare a cambiare un destino, "nello specchio dell'amore trovano un modo di crescere, di formarsi, in questo è stata una grande esperienza formativa, cui ha contributo la vita in pandemia, la sensazione di isolamento che tutti noi abbiamo provato a me come ad altri giovani ci ha rallentato la possibilità di capire chi siamo nel mondo, ci ha in un certo senso sospesi". Luca Guadagnino è il primo dei cinque registi italiani in gara per il Leone d'oro a Venezia 79 ma è anche il suo primo film americano, tutto girato in America, nel Midwest, "il paesaggio americano l'ho sognato sin dall'inizio, fa parte della mia formazione di cineasta e questo copione è stato l'occasione per viverlo da regista". (ANSA).