David Grossman, la pace è l'unica strada
(ANSA) - ROMA, 25 FEB - Si apre con parole dedicate "a tutti i bambini che hanno vissuto sulla pelle e nell'anima l'ultima guerra", 'La pace è l'unica strada' di David Grossman, appena uscito per Mondadori. È un piccolo ma grande libro in cui sono stati raccolti alcuni interventi dello scrittore sulla parabola politica di Israele e sulle dinamiche che alimentano la violenza, fino al "sabato nero" del 7 ottobre 2023, il giorno dell'attacco di Hamas a Israele. Oltre agli articoli apparsi sui quotidiani la Repubblica e il Corriere della sera ci sono due inediti in Italia: Che cos'è uno Stato ebraico? del 3 giugno 2023 e Il diritto alla felicità. Discorso tenuto alla cerimonia di consegna del Premio Erasmus ad Amsterdam il 29 ottobre 2022. La scelta degli interventi è stata condivisa con Grossman, da sempre sostenitore convinto di una coesistenza tra Israele e Palestina. L'ultima guerra a cui lo scrittore fa riferimento nel testo d'apertura, del 24 maggio 2021, è lo scontro avvenuto tra il 6 e il 21 maggio 2021 tra Israele e Hamas (denominata Operazione Guardiano delle Mura), ma purtroppo quell'immenso dolore per i bambini e le bambine costretti a vedere e vivere i massacri vale ancora di più oggi. "Un'intera generazione di bambini, a Gaza e ad Askelon , presumibilmente crescerà e vivrà con il trauma dei missili, dei bombardamenti e delle sirene" scriveva Grossman che a loro sentiva l'urgenza e il bisogno di chiedere scusa "perché non siamo stati capaci di creare per voi la realtà migliore e più sana a cui ogni bambino di questo mondo ha diritto". L'autore di Vedi alla voce: amore, in cui ha raccontato la Shoah con gli occhi e la fantasia di un bambino figlio di sopravvissuti, l'autore di Qualcuno con cui correre e Abbracci, che ha vissuto il dolore della perdita del figlio Uri, nell'estate del 2006 durante la guerra del Libano, si chiede ora come potremo rialzarci dopo esser stati negli abissi più bui? Dopo aver vissuto il massacro? e cita il poeta Haim Guri che durante la Guerra d'Indipendenza scriveva "Quanti, quanti non sono più tra noi?". Raccolti in un libro questi interventi acquisiscono maggior forza, mostrano l'anima militante di Grossman, uomo e scrittore di grande delicatezza e forza, che guarda con occhio molto critico alle azioni del governo e della classe dirigente del suo Paese che "paga per essersi lasciato sedurre per anni da una leadership corrotta che l'ha trascinato sempre più in basso". Ma invita a non ingannarsi: "con tutta la rabbia che possiamo nutrire nei confronti di Neatanyahu, dei suoi accoliti e della sua strada, non è Israele ad aver commesso delle atrocità in questi giorni. E' Hamas" scriveva il 12 ottobre 2023, a pochi giorni da Il sabato nero, in una considerazione che si può considerare a caldo, nell'articolo apparso su la Repubblica. E ipotizza che "Israele, dopo la guerra sarà molto più di destra, militante e anche razzista". Difronte a un conflitto che sembra destinato a non finire mai, Grossman - che è autore anche di famosi libri di inchiesta dedicati alla questione palestinese come Con gli occhi del nemico e Sparare a una colomba - riesce nonostante tutto a mantenere la speranza in un futuro di pace e riesce a ricordarci quante storie di eroismo e sacrificio ci siano anche state. Guarda all'"inconcepibile coraggio di chi ha dato l'anima - letteralmente - per salvare vite altrui". D'altra parte nel toccante testo che chiude il libro, Il diritto alla felicità, Grossman, oltre a raccontare che sono state l'arte e la scrittura a procurargli grande felicità, ricorda Etty Hillesum che "riuscì a rimanere libera anche nelle peggiori condizioni di schiavitù". Lo scrittore prima che avvenisse il massacro del 7 ottobre, si chiedeva in questo testo del 29 ottobre 2022, "se il nostro mondo sarà stravolto come avviene oggi per milioni di cittadini ucraini a poca distanza da noi" sapremo "essere un cuore pensante, ancora e ancora?". (ANSA).