Denzel Washington, 'largo alla nuova generazione'

(ANSA) - ROMA, 01 DIC - "Cosa penso del ricambio generazionale? Prima o poi bisogna togliersi di mezzo. Ci spero, almeno. Prego per questo". Davanti ai giornalisti della Critics Choice Association riuniti a Los Angeles, Denzel Washington accenna uno dei suoi sorrisi accattivanti, ma parla sul serio. Il patriarca di una delle famiglie più influenti di Hollywood, protagonista di oltre 50 film in quattro decenni di carriera, domina le multisale con Il Gladiatore II, mentre i suoi figli conquistano lo streaming con l'adattamento cinematografico di The Piano Lesson, celebre opera teatrale del premio Pulitzer August Wilson. L'omonimo film - disponibile su Netflix - schiera tre dei quattro figli di Pauletta Washington e dell'attore di Philadelphia, Training Days o Inside Man: il regista è Malcolm, di 33 anni, al suo primo lungometraggio; il protagonista è John David, di 40 anni, già visto in BlacKkKlansman di Spike Lee e in Tenet di Christopher Nolan; la 37enne Katia è tra i produttori. Olivia, sorella gemella di Malcolm, fa un cameo, così come Pauletta. "Ora tocca a loro", dice il padre che, il giorno dopo aver posato davanti al Colosseo di cartapesta allestito al Chinese Theatre per il sequel di Ridley Scott, ha presentato The Piano Lesson all'Egyptian, pochi metri oltre sull'Hollywood Boulevard. "È naturale che siano entrati nel mondo del cinema. Non per il lavoro che faccio io, quanto per la passione di mia moglie - considera il due volte premio Oscar -. È lei la vera cinefila di casa. I nostri figli sono cresciuti guardando film perché è quello che ama fare lei. Io volevo uscire, stare all'aperto e correre, giocare. Invece lei gli ha trasmesso questa passione. E poi, viviamo a Los Angeles: sono cresciuti nel settore". Altrettanto naturale sembra che The Piano Lesson abbia coinvolto l'intero clan dei Washington, poiché la trama è incentrata su una famiglia, quella dei Charles: Boy Willie (John David) e la sorella Berniece (Danielle Deadwyler) si contendono il pianoforte della madre, su cui un bisnonno schiavo ha inciso la storia degli antenati. Lui lo vuole vendere per comprare la terra su cui lavorava la famiglia, mentre lei è decisa a tenerlo come ricordo del proprio passato. Lo zio Doaker (Samuel L. Jackson) tenta di mediare, ma nessuno può proteggersi dai fantasmi evocati dal vecchio strumento a muro. È il terzo film uscito da quando gli eredi di Wilson hanno affidato a Denzel e al suo partner produttore Todd Black le opere del famoso drammaturgo, un canone di 10 piece sulla vita dei neri nel XX secolo, noto come American Century Cycle. Nel 2016 era venuto Fences e nel 2020 Ma Rainey's Black Bottom, entrambi con l'attore più celebrato della Black Hollywood come protagonista. "Il primo l'ho anche diretto - considera l'interprete di Malcolm X -. Mi è bastato per decidere che non voglio mai più fare regista e attore insieme. Non sono un cineasta, diciamo la verità. C'è differenza tra fare un film e dirigere un film. Ridley dirige i film, come un buon pilota sa dove portare l'equipaggio. Tu sali a bordo e ti concentri sul tuo, perché è lui che guida. Anche mio figlio Malcolm sa guidare", afferma Washington che, a meno di un mese dal suo 70/o compleanno (il 28 dicembre), sostiene la nuova generazione, ma non ha intenzione di lasciare le scene: "Sono prenotato per i prossimi sei anni, se non otto: ho dato la mia parola a Steve McQueen, a Ryan Coogler, farò la serie su Hannibal e da marzo sarò a Broadway con Otello…". (ANSA).