Ilaria Alpi, Spampinato: istituire una Corte internazionale
(ANSA) - ROMA, 21 MAR - "Ieri ricorreva iI 28esimo anniversario dell'uccisione in Somalia di Ilaria Alpi e Milan Hrovatin. La loro vicenda è emblematica delle difficoltà che impediscono di assicurare alla giustizia i responsabili quando si uccide un giornalista in un'area di crisi. Ci vogliono strumenti giudiziari adatti per indagare sulle morti dei giornalisti. Servirebbe l'istituzione di una Corte internazionale o investire di questo compito la Corte internazionale dell'Aja, che già ha competenza per i crimini di guerra": lo ha detto questa mattina Alberto Spampinato, presidente di Ossigeno per l'Informazione, inaugurando la cerimonia pubblica in programma alla Casa del Jazz, durante la quale è stata deposta una corona per ricordare i due reporter, alla presenza di Lorenza Bonaccorsi, presidente del I municipio, giornalisti e alcuni studenti romani. "Bisogna superare il problema di quella che un tempo si chiamava ragion di Stato, mentre oggi ci si riferisce a ragioni di opportunità politica, rapporti diplomatici o economici per non disturbare affari in corso. Lo abbiamo capito studiando a fondo il caso di Andrea Rocchelli, ucciso in Ucraina nel 2014", ha proseguito Spampinato, deponendo la corona di fronte alla lapide con i nomi di 900 vittime innocenti della mafia e al pannello murale in memoria di 30 giornalisti italiani uccisi mentre facevano il proprio lavoro. "Quando si uccide un giornalista in una zona di guerra prevale un senso di fatalità, invece bisogna stabilire che non sia stato commesso un omicidio. E in molti casi è stato così", ha detto ancora, "Ma la giustizia deve fare la giustizia. Noi vorremmo che Roma, la città di Ilaria, facesse di più per lei". "E' necessario cercare verità, giustizia, processi veloci e pene per ogni assassinio di giornalisti, però serve una riflessione più ampia", ha concluso, "Sono 30 i giornalisti italiani uccisi, 11 dalla mafia e 19 in zone di guerra, come sta accadendo in questi giorni in Ucraina. In Italia continua a essere rischioso cercare la verità". (ANSA).