La Cina affonda nella deflazione, -0,5% prezzi al consumo
(ANSA) - PECHINO, 09 DIC - La deflazione in Cina ha accelerato il passo a novembre, rimarcando le difficoltà della seconda economia mondiale sul fronte del rilancio della domanda interna. I dati sono maturati all'indomani dell'ammissione da parte del presidente Xi Jinping relativa alla ripresa post-pandemia che è "ancora in una fase critica", nel mezzo di "crescenti fattori avversi nell'ambiente politico ed economico internazionale". Dong Lijuan, funzionario dell'Ufficio nazionale di statistica, ha rimarcato in una nota che il marcato calo di ottobre è legato alle "fluttuazioni al ribasso dei prezzi di energia e alimentari". La deflazione, tuttavia, rappresenta una minaccia per l'economia in generale poiché i consumatori tendono a rinviare gli acquisti nella speranza di ulteriori riduzioni. Inoltre, la mancanza di domanda può innescare un effetto a catena tra taglio della produzione e licenziamenti o congelamenti di assunzioni da parte delle aziende, dovendo fare i conti la gestione delle scorte esistenti a danno della produttività. Dong, quanto ai prezzi alla produzione, ha attribuito il calo a "un rimbalzo delle quotazioni internazionali del petrolio che ha indebolito la domanda di alcuni beni industriali". L'economia cinese è cresciuta del 4,9% nel terzo trimestre 2023, poco sotto il "circa 5%" di target governativo per l'intero anno. Xi, che giovedì ha presieduto una riunione tematica del Politburo del Partito comunista dedicata al "lavoro economico", ha sollecitato misure per rilanciare la ripresa, sottolineando la necessità di "concentrarsi sull'accelerazione della costruzione di un sistema industriale moderno, sull'espansione della domanda interna e sulla prevenzione e il disinnesco dei rischi". Il presidente ha anche caldeggiato il rafforzamento dell'"autosufficienza" nei settori chiave della scienza e della tecnologia e l'accelerazione degli sforzi per "la costruzione di un nuovo assetto di sviluppo", nel resoconto dei media statali. (ANSA).