La consulente "mancata" smentisce il ministro Sangiuliano pubblicando foto di documenti

ROMA. "Dopo otto giorni di silenzio una toppa peggio del buco". Così Maria Rosa Boccia, la consulente mancata al ministero della Cultura, replica su Instagram alla lettera del ministro Gennaro Sangiuliano a La stampa per mettere in chiaro alcune cose. Innanzitutto che non è vero che non sarebbe stato pagato per lei mai un euro pubblico: "Io non ho mai pagato nulla, mi è sempre stato detto che il ministero rimborsava le spese dei consiglieri tanto che tutti i viaggi sono sempre stati organizzati dal Capo segreteria del ministro". Insiste quindi sul fatto di aver ricevuto la nomina come consulente ministeriale e sembra affermare di avere le prove per comprovarlo: "Siamo sicuri che la nomina non ci sia stata? A me la voce che chiedeva di strappare la nomina sembrava femminile... la riascoltiamo insieme?". Poi ribatte anche sulla questione del conflitto di interessi che avrebbe consigliato il ministero a soprassedere alla nomina: "Quando li avrebbe riscontrati? Durante le vacanze estive? Il capo di gabinetto era presente da remoto alla riunione del 15 agosto perché era in ferie. Sotto l'ombrellone ha verificato i miei potenziali conflitti di interesse? E soprattutto quali sono?". Infine la donna fa un appello ai media e chiede rispetto: "La stampa mi ha definita influencer, accompagnatrice, sartina, una che si vuole accreditare, millantatrice, la Anna Delvey (truffatrice russa con cittadinanza tedesca, ndr) della politica italiana, aspira (aspirante) collaboratrice, consolatrice, badante, un amore culturale. Ad oggi non ho ricevuto né le scuse da parte dei giornalisti, nonostante abbia sempre smentito tempestivamente tutte le dichiarazioni che leggevo ed ascoltavo, né le scuse di chi mi ha coinvolto ingiustamente in questa spiacevole situazione".

Giorgia Meloni ieri ha difeso Sangiuliano assicurando in una intervista su Mediaset che la vicenda Boccia non comporterà alcuna conseguenza sulla sicurezza del G7. Il ministro, dice la premier, "mi garantisce che questa persona non ha avuto accesso a nessun documento riservato, particolarmente per quello che riguarda il G7 e soprattutto che neanche un euro degli italiani e dei soldi pubblici è stato speso per questa persona. Poi il gossip lo lascio ad altri."
Ma anche la difesa d'ufficio del governo che arriva per bocca della presidente del consiglio viene smentita in diretta sui canali social della 'consigliera del ministro mai formalizzata' che ha pubblicato foto di alcuni documenti legati al g7 cultura che le sono stati condivisi. È la prova che quanto riportato da Sangiuliano a Meloni non corrisponde esattamente al vero e coinvolge adesso la più alta carica del governo in questa imbarazzante vicenda. Può un ministro mentire alla presidente del consiglio per cercare di auto scagionarsi da una situazione dai contorni così poco chiari?".

Lo chiede la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, che aggiunge "anche la ricostruzione del ministro Sangiuliano contenuta in una lettera pubblicata oggi su La Stampa viene messa in discussione dalle repliche della 'consulente mai formalizzata' che, sempre sui social, risponde punto su punto e sostiene di non aver mai pagato un euro per i suoi viaggi con Sangiuliano dal momento che venivano organizzati direttamente dalla segreteria del ministro. Serve chiarezza, una cosa però è sotto gli occhi di tutti: la dottoressa Boccia, su cui il gabinetto del ministro avrebbe riscontrato potenziali conflitti di interessi, ha avuto accesso a informazioni sensibili e riservate sul prossimo g7 cultura e ha partecipato in più occasioni a incontri con funzionari dello stato in cui si è parlato di questioni economiche e strategiche e di investimenti culturali. A che titolo ha partecipato? Sangiuliano deve chiarire nelle sedi istituzionali. Ribadiamo la richiesta al presidente Mollicone di convocarlo in commissione con urgenza".  (Ansa)