Ornella Vanoni, spudorata e coraggiosa, vivo senza paure
(ANSA) - ROMA, 15 FEB - Ironia, energia, passione per il lavoro, coraggio. Talento musicale a parte neanche a sottolinearlo. Ornella Vanoni, classe 1934, vive "una vecchiaia per niente angosciante. Intanto sono viva, poi mi sono liberata di tanti tabù che avevo, non ho paure, mi diverto". Senza Fine di Elisa Fuksas, evento alle Giornate degli Autori a Venezia 2021 e dal 24 febbraio al cinema con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, è un suo ritratto senza veli, letteralmente. "Ho avuto coraggio - dice in una intervista all'ANSA non senza autocompiacimento - mi mostro con il corpo alla mia età, mentre mi massaggiano la pelle in sfacelo, mentre in acqua mi rilasso. Non bisogna vergognarsi dei cambiamenti del corpo . Sono sempre stata una spudorata, una senza vergogna, una non formale, mi etichettavano così da giovane ed era vero". Il documentario non è una classica biopic di un mostro sacro della canzone, piuttosto una sorta di corpo a corpo con la regista, con i capricci dell'età e della posizione e anche i momenti no dovuti alla fatica e al prolungarsi delle riprese. Un incontro-scontro tra due donne. Lo scenario, rarefatto e senza tempo, è di un hotel termale di lusso a Castrocaro dove la Vanoni va a rimettersi in forma e dove la troupe la segue, anzi la insegue perché lei è perennemente in ritardo. Ma quando Ornella è disponibile ad aprirsi, allora è magia, perché la Vanoni ha avuto una vita incredibile ed è disposta a raccontarla con grande sincerità, "mi lascio andare", ammette. "In questa fase della vita sento di avere ancora più libertà e coraggio, una specie di ammissione ad essere quello che sei visto che ora lo sai e per il mio corpo anziano provo grande tenerezza - racconta, sospirando sui tempi andati di enorme bellezza - ma tutto questo non significa lasciarsi andare, io insomma non vorrei morire subito e quando mi viene l'ansia o mi capita di essere giù mi curo. Lo sa come? Con una cofana di pasta - proprio così in dialetto romanesco, ndr - come l'amatriciana che mi sono mangiata ieri sera con mio figlio, non c'è niente di più godereccio, molto meglio delle medicine". (ANSA).