Saviano, l'unica fedeltà è riconoscersi veri
(ANSA) - UDINE, 16 LUG - "L'unica fedeltà possibile è quella dell'alleanza, ovvero riconoscersi veri. Decidere di appartenersi. Non voglio rimandare l'esistenza a dopo, perché rimandare l'esistenza a dopo è una dinamica filosofica malata". E' la chiusura filosofica del recital "Appartenere. La vita intima del potere criminale", portato in scena ieri dallo scrittore e giornalista Roberto Saviano sul palco del castello di Udine, unica tappa del tour nell'intero Triveneto, organizzata da Fvg Music Live e VignaPr nell'ambito di Udinestate 2024, che ha richiamato oltre un migliaio di spettatori nel capoluogo friulano. Il recital è entrato subito nel vivo con alcuni passaggi sulle "Regole del sesso" nelle organizzazioni criminali e in particolare, sul rapporto di Matteo Messina Denaro con le sue amanti. Il mafioso è rimasto latitante per quasi 30 anni fino all'arresto avvenuto il 16 gennaio 2023 e alla morte per cancro otto mesi dopo in un clinica di Palermo. Nel 2023, ha raccontato Saviano, Matteo Messina Denaro vive gli ultimi scampoli della sua latitanza a Campobello di Mazara con le amanti Laura Bonafede e Lorena Lanceri, "ripensando alle sue passate relazioni con Maria Mesi o con Andrea, ragazza austriaca che lavorava in un albergo". "Molti sanno chi è - ha ricostruito lo scrittore - altri lo conoscono come Andrea Bonafede o Francesco Salsi. Un tumore al colon che lui chiama 'la rumena' lo sta uccidendo, ma rifiuta la sacca per la colostomia". Saviano si è poi soffermato sul significato della parola "appartenere", raccontando la storia di altri boss della mafia come Totò Riina e Tommaso Buscetta, per passare a un approfondimento sulla monogamia, altro tratto caratteristico della vita del potere criminale, alternando momenti narrativi più generali a resoconti dettagliati e aneddoti. Dal "tradimento" telefonico di Maria Concetta Cacciola, testimone di giustizia italiana, vittima della 'ndrangheta, al "metodo Gemini" applicato per la prima volta per far sparire i cadaveri dal mafioso newyorkese Roy De Meo nel 1973, fino alla storia di Vito Arena, "che lasciò lascia la mafia per fuggire con il suo amante Joey Lee". Al termine di 90 minuti di performance, "standing ovation" e poi la firma delle copie dell'ultimo romanzo, "Noi due ci apparteniamo" con lo scrittore impegnato per oltre un'ora a incontrare e salutare il pubblico. (ANSA).