Siccità, il grande caldo asciuga il lago di Pilato
(ANSA) - MONTEMONACO, 03 AGO - Il grande caldo che da settimane sta attanagliando il centro Italia, ha "colpito" anche le alte quote dell'Appennino marchigiano. Il lago di Pilato, nel cuore del Parco nazionale dei Monti Sibillini, appartenente al territorio di Montemonaco (Ascoli Piceno), è completamente asciutto. Fenomeno che ciclicamente negli anni si è già verificato, ma ogni volta c'è apprensione per la sopravvivenza del chirocefalo marchesoni, un gamberetto preistorico che vive proprio in queste acque. "Importante è che gli escursionisti non vadano a passeggiare all'interno del bacino, le uova del chirocefalo sopravvivono anche senza acqua e si schiuderanno quando i laghetti torneranno a formarsi", spiega all'ANSA Sara Marcelli dei Cai di Ascoli Piceno, grande esperta dei Sibillini e in particolare del monte Vettore "che è - dice - il mio luogo del cuore, sarò salita almeno 200 volte". E la testimonianza viva del prosciugamento del lago di Pilato arriva proprio dalle foto e dai video realizzati a oltre 2 mila metri di quota da Sara: "Vedere il lago in queste condizioni - dice - fa tanta tristezza". "Immagini che ho realizzato lo scorso 26 luglio - spiega la scalatrice - quel giorno, nel punto in cui mi trovavo, c'erano almeno 25-26 gradi, questo vuol dire che nella zona del lago ce n'erano forse anche 30 di gradi". Marcelli spiega, però, che il grande caldo influisce, "ma essendo un laghetto di origine glaciale, necessita soprattutto di tanta neve, cosa che lo scorso inverno non si è verificata". "La neve - aggiunge Marcelli - quest'anno è caduta nei mesi di marzo e aprile e quindi si è ben presto sciolta e il lago non ha fatto in tempo ad assorbirla". "In questi giorni - racconta ancora Marcelli - le guardie del Parco, assieme ai carabinieri forestali e ad alcuni volontari amanti della montagna hanno realizzato una recinzione proprio per delimitare l'area dei due laghetti così da interdire il passaggio degli escursionisti che potrebbero mettere a repentaglio le uova del chirocefalo". "L'appello è sempre lo stesso - conclude la scalatrice marchigiana - Abbiate cura di questi luoghi straordinari, a maggior ragione in stagioni molto complesse come quella che stiamo vivendo sotto il profilo climatico". (ANSA).