Walter Chiari avrebbe 100 anni, talento e sregolatezza
(ANSA) - ROMA, 05 MAR - In occasione del centenario dalla nascita la cultura italiana si ricorda, dopo un lungo e ingiusto oblio, di Walter Michele Armando Annichiarico in arte Walter Chiari. Veronese di nascita (8 marzo 1924), pugliese di origini, milanese d'adozione, senza radici con la sua natura artistica cosmopolita, rimane unico e indefinibile nel suo percorso d'attore. Ha fatto 112 film, ma il cinema italiano non lo ha mai veramente adottato nonostante l'esordio già nel 1946 ("Vanità" di Giorgio Pastina), la chiamata di Luchino Visconti ("Bellissima", 1951) il successo personale con Blasetti ("Io, io, io e... gli altri", 1966). In teatro è stato mattatore della commedia musicale e del teatro di rivista (incredibili i suoi successi tra "Buonanotte Bettina", "Il gufo e la gattina", "Un mandarino per Teo" a cavallo tra gli anni '50 e '60), ma anche carismatico attore di prosa (da "La strana coppia" con Renato Rascel nel 1966 a "Finale di partita" da Beckett vent'anni dopo). Deve il suo successo soprattutto alla tv di cui divenne protagonista fisso fin dal 1958 quando apparve insieme a Carlo Campanini con il suo cavallo di battaglia, "Il Sarchiapone". Da allora e per oltre 10 anni fu un geniale mattatore e sperimentatore tra "Studio Uno", "Canzonissima" con Mina e Paolo Panelli, fino a "Speciale per voi". Proprio in quello studio, nel 1970, fu raggiunto dalla polizia con l'accusa di detenzione e spaccio di droga, rimanendo poi in carcere per 98 giorni finché venne assolto dall'accusa di spaccio ed ebbe la condanna con la condizionale per uso di stupefacenti. Anni dopo ammise senza nascondersi di aver fatto uso di cocaina. Per dieci anni la Rai gli chiuse tutte le porte, mentre l'opinione pubblica sembrava non perdonargli una vita fuori dalle regole. Quando le cose sembrarono tornare a girare per il verso giusto, nel 1985, ancora una volta un pentito - lo stesso che accusava Enzo Tortora - lo rimandò davanti ai giudici accusandolo nuovamente di commerciare cocaina. Assolto già in istruttoria, Walter Chiari uscì comunque distrutto da quella vicenda e da allora cominciò un declino concluso, la notte dal 19 dicembre 1991, da un infarto. Venne ritrovato senza vita il mattino dopo nel suo residence milanese. (ANSA).