Wim Wenders, ci salverà una vita semplice e più lenta
(ANSA) - ROMA, 15 DIC - "Ci potrebbe salvare una vita semplice, metodica e a un'altra velocità" questo, in estrema sintesi, il messaggio di Wim Wenders nel raccontare stamani Perfect Days, Palma d'oro per il migliore attore (Kôji Yakusho) all'ultimo Festival di Cannes e nelle sale italiane dal 4 gennaio, distribuito da Lucky Red. "Tutto si è accelerato così enormemente. E questo dipende molto anche dalla rivoluzione digitale che ha fatto sì che le nostre vite e la comunicazione siano più veloci. Durante la pandemia per due anni e mezzo abbiamo avuto il tempo di immaginare come sarebbe andata avanti la nostra vita. E tutti speravamo che saremmo stati più attratti verso la pace, ma poi è successo esattamente il contrario. E ora viviamo in un mondo con diverse guerre in corso. Penso però - ha continuato Wenders - che tutti noi abbiamo un profondo desiderio di una vita più semplice e forse è proprio quello che volevo dire con questo film". E in Perfect Days si racconta proprio la vita semplice che vive Hirayama, il suo protagonista, un uomo che lavora come addetto alle pulizie dei bagni a Tokyo, un antieroe, un angelo caduto. Circa cinquant'anni, baffi curati sembra contento della sua vita semplice e metodica, una vita quotidiana identica a se stessa, divisa tra la passione per le fotografie digitali degli alberi, la musica (usa ancora le musicassette d'epoca) e i libri, tra cui quelli di William Falkner e Patricia Highsmith, che prende regolarmente in biblioteca. "Hirayama è un uomo che ha una routine molto severa e lentamente capisci che questa gli piace, gli dà struttura, forza. Lui ha la capacità di vivere molto nel qui e ora, la routine insomma, dimostra questo personaggio, non è solo qualcosa di negativo, ma qualcosa anzi che ti dà una certa libertà". E ancora Wenders su Hirayama: "Ai miei occhi è un po' un monaco Zen. La sua filosofia è vivere nel presente, cosa che ha una lunga tradizione nella cultura giapponese". Cosa si prova a correre per gli Oscar per il Giappone? "Sono abbastanza orgoglioso di rappresentare il Giappone, anche se è abbastanza insolito. Sono rimasto scioccato quando l'ho saputo perché ho capito che è una bella responsabilità per me come tedesco, ma poi ho capito perché l'avevano fatto, credo che più che per me è stato fatto per l'attore Kôji Yakusho che è un eroe nazionale in Giappone, un artista amatissimo". Il futuro del cinema dopo la pandemia? "Beh è tutto ancora da vedere. Inizialmente le sale erano disperatamente vuote. E i primi risultati sono stati scarsi, ma sento che il bisogno della sala stia lentamente tornando e ci sono anche molti giovani che vanno oggi al cinema. Quindi ho una grande speranza che, nonostante il pessimismo dopo la pandemia, la voglia di cinema sia tornata". Perfect Days è un film sulla speranza? "Tutti ci dobbiamo porre una domanda: è davvero questo il mondo che vogliamo tramandare ai nostri figli? Penso di no. Credo così che sia un bene per il cinema che abbia la capacità di darci altri modelli, la possibilità di rappresentare anche un desiderio utopico, quello appunto di avere un diverso tipo di velocità, un diverso modo di guardare le cose che viviamo. Penso poi - ribadisce Wim Wenders - che tutti noi abbiamo un profondo desiderio di una vita più semplice. Tra gli scopi di questo mio film c'era appunto quello di liberare la nostra mente per vedere altre opzioni in noi stessi". (ANSA).