l bonus ai politici: è la solita Italia

Caro direttore, condivido i suoi commenti a proposito della questione “bonus” ai politici. Lei, giustamente, ha scritto: «Se quel bonus era per tutti, quanti professionisti che guadagnano ben più dei politici l’hanno incassato senza che nessuno si sia scandalizzato (e quanti bisognosi che lo meritavano non l’hanno invece avuto?)». Mai fare di tutte le erbe un unico fascio, Lei ha ricordato più volte nelle pagine dedicate alle “Lettere&Commenti” dell’Adige. Sbagliato, ha aggiunto, «processare e condannare senza appello un’intera classe politica».

Parole sacrosante. Vorrei proporre a Lei e ai lettori del giornale un’ulteriore riflessione: capisco l’impeto emotivo di chi, per ragioni morali, voglia esporre al pubblico ludibrio chi ha incassato - legittimamente - i contributi presi grazie al Covid-19. Forse, però, bisognerebbe rivolgere strali e anatemi a chi ha redatto la legge che ha permesso, senza alcun limite di reddito, di percepire tale bonus. Una legge frettolosamente promulgata, una legge approssimativa che “qualcuno” avrebbe dovuto controllare con più attenzione. Va ricordato che il bonus è stato pensato per i lavoratori autonomi in difficoltà a causa del Covid-19. Durante l’emergenza della pandemia, purtroppo, la legge ha consentito il sussidio ai titolari di partita Iva senza limiti di reddito. Va precisato che nell’elenco di coloro che hanno avuto il bonus, ci sono anche duemila tra politici e amministratori locali (sparsi qua e là in tutte le regioni), i quali hanno un inquadramento previdenziale particolare che le banche dati dell’Inps dovrebbero conoscere. Ma l’Italia è un Paese di stranezze, di imperdonabili manchevolezze. Come nei lavori teatrali che si rispettano, ecco l’abusato colpo di scena: alcuni politici si sono pentiti, lo hanno fatto usando funamboliche tautologie, patetici contorsionismi linguistici per giustificare il loro maldestro dietrofront.

Mi hanno “commosso” le promesse di alcuni di loro: giurano che daranno i soldi in beneficenza. Un politico trentino, giorni fa, ha esordito: «Io so bene cosa vuol dire stare dalla parte di chi fa fatica». Parole “straordinarie” di un uomo serio, responsabile, moralmente coerente: probabilmente coerente con il suo stile di vita - di stimato professionista - che non è certo quello di chi si alza alle sei del mattino e deve fare i conti con lavoro, famiglia, affitto. È facile fare i “generosi” con i soldi altrui. La vera beneficenza impone un assoluto silenzio, come i lettori dell’Adige hanno giustamente sottolineato. I furbacchioni del bonus, per chiudere questa vergognosa pagina, contano sulla smemoratezza degli elettori, tra i quali c’è chi, invece, possiede ancora - nonostante il trascolorare delle stagioni della vita - un’ottima memoria. Un’ultima, doverosa considerazione: qual è il problema, l’annoso e irrisolto problema? È quello morale. Riguarda un intero Paese, il nostro, non solo la classe politica. Per fortuna rimangano i comportamenti individuali, i quali, è banale ricordarlo, sono senza tempo. Detto altrimenti, in Trentino, come nel resto d’Italia, ci sono persone la cui trasparenza è ineccepibile, persone corrette e oneste. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole.

Carlo Andreatta - Rovereto

 

Cittadini di serie A e serie B: insopportabile

 

È proprio così: nulla di nuovo sotto il sole. La questione morale, sollevata ormai tantissimi anni fa da Enrico Berlinguer in una bella intervista concessa ad Eugenio Scalfari, è ancora dannatamente di moda. Senza ripetere ciò che ha già detto e scritto e senza citare nuovamente il professor Pascuzzi, che ha analizzato con rara sapienza la differenza fra ciò che è (o non è) legittimo e ciò che è (o non è) etico, aggiungo solo due considerazioni. Una per dire che hanno fatto bene il vicepresidente del consiglio provinciale trentino Alessandro Olivi e il vicepresidente della giunta provinciale altoatesino Arnold Schuler a fare un passo indietro. I gesti - e i messaggi che essi contengono - servono. E servono molto. L’altra considerazione per ricordare che tante persone, in difficoltà ben maggiori, il bonus non sono riuscite ad ottenerlo. La cosa che risulta insopportabile, più d’ogni altra, è la sensazione che ci siano sempre cittadini di serie A e cittadini di serie B. Ed è qui che sta il punto, un punto squisitamente etico. Inutile dire che vicende come queste allontanano ancor di più i cittadini dalla politica e dalle istituzioni. Tema fin troppo sottovalutato.

lettere@ladige.it

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