La grande "coerenza" del senatore Salvini

Un lettore ci scrive analizzando quella che lkui chiama la "ritirata strategica" di Salvini. E il nostro Direttore Alberto Faustini gli risponde.

La grande "coerenza" del senatore Salvini

Caro direttore penso che ci voglia una bella dose di coraggio per essere uno spergiuro e contemporaneamente blasfemo. Prodezza (!) perfettamente riuscita all'on. Salvini il 24 febbraio 2018 al termine di un comizio in piazza del Duomo a Milano, quando con un volumetto della Costituzione Italiana nella mano sinistra e il Vangelo nella destra ha giurato il falso proclamando solennemente «Giuro di applicare davvero quanto previsto dalla Costituzione Italiana rispettando gli insegnamenti contenuti in questo Sacro Vangelo». Si vede che sulle ali dell'entusiasmo e sommerso dagli applausi dei suoi sostenitori, si è scordato di avere imperniato buona parte della sua campagna elettorale su di una flat tax al 15% che è anticostituzionale al 100%.

La Costituzione Italiana al secondo capoverso dell'articolo 53 riporta infatti testualmente «Il sistema tributario è informato a criteri di progressività», il che significa che la tassazione dei redditi deve avvenire con l'applicazione di aliquote progressive (attualmente sono previsti 5 scaglioni dal 23% al 43%) e non con un'unica tassa fissa. Salvini, da ministro, ha poi dichiarato: «Chi vende droga deve marcire in galera per anni». Pochi giorni dopo alla festa dei 50 anni della Curva Sud del Milan ha fatto un bel selfie col capo ultras Luca Lucci detto "il toro" appena uscito di prigione dopo avere scontato una pena di un anno e mezzo per traffico di droga. Sempre Salvini il 22 giugno 2018 ha avuto il coraggio di sentenziare che «Almeno 10 vaccini sono inutili e in parecchi casi pericolosi se non dannosi». Alcuni mesi or sono in piena bolla coronavirus si è invece smentito affermando che «Solo il vaccino anti Covid-19 ci potrà salvare. Non vedo l'ora che arrivi».

Il massimo del coraggio lo ha però esternato il 9 agosto 2019 quando a petto nudo al Papeete di Milano Marittima tra un mojito e una ballerina ha fatto cadere il governo giallo-verde nel quale lui stesso occupava due importanti poltrone: vice-premier e ministro dell'interno. Sfiduciare se stessi è degno del Guinness dei primati negativi. Galvanizzato dai sondaggi che davano la Lega al 38-39%, dopo avere invitato il Presidente Mattarella ad indire nuove elezioni, ha avuto il coraggio di chiedere "pieni poteri" per governare l'Italia.Ancora Salvini il 27 luglio 2020 nella sala della biblioteca del Senato, ad un convegno dei negazionisti promosso da Sgarbi che aveva appena sostenuto «da 2 mesi non c'è un solo morto di coronavirus», si è rifiutato di indossare la mascherina dicendo che «i bollettini di contagio sono terrorismo mediatico». Oggi comunque Salvini dopo l'ennesima marcia indietro indossa una mascherina modello "campagna elettorale".

E ha anche il coraggio di riproporre in ogni occasione il suo attuale slogan preferito "prima gli italiani" dimenticandosi che a suo tempo aveva affermato di sentirsi padano ma non italiano precisando testualmente "il tricolore non mi rappresenta, non la sento come la mia bandiera". Per anni e anni Salvini ha affermato con estrema convinzione che " l'euro non è una moneta, ma un crimine contro l'umanità ". Nella sua perenne campagna elettorale (nei primi 134 giorni del 2019 ha partecipato a 211 comizi) faceva sfoggio di felpe su cui risaltava la scritta "Basta euro" e nel contempo distribuiva fac-simile di banconote da 1000 lire con " stemma della Lega" e la scritta " basta euro". Ora colpo di scena finale: «Non abbiamo la priorità di uscire da niente e da nessuno, non stiamo lavorando né per uscire dalla moneta unica, ne dall'Unione europea"» e con velocità sorprendente entra nella maggioranza che sostiene Draghi diventando europeista a tutto campo.

Salvini troverà sicuramente qualche escamotage per giustificare agli occhi dei suoi elettori questa improvvisa ritirata strategica (un vero e proprio salto della quaglia). Comunque qualche elettore irriducibile gli resterà sempre fedele, come quello che su internet a chi faceva notare che Salvini non è riuscito a laurearsi neanche dopo 16 anni di università, ha risposto che «anche Leonardo da Vinci non era laureato». La politica oggi è un mestiere che purtroppo non richiede alcuna preparazione particolare, a scapito della qualità e della competenza. C'è solo da sperare che con l'avvento di Draghi torni ad essere la scienza che ha per oggetto la Costituzione (Per inciso nel 1949 era laureato il 91% dei deputati e senatori contro il 68% di oggi ).

Paolo Mohovich


Ora vediamo se riuscirà a sostenere Draghi

Confesso che sono combattuto. Da una parte penso che il Parlamento debba rappresentare tutti e dunque non solo - provoco - i laureati o determinate categorie.

Dall'altra trovo singolare gli attuali meccanismi di selezione della classe dirigente.

Al di là del percorso scolastico (che non può comunque essere l'unico metro di giudizio), Salvini, infine, non è esattamente un simbolo di coerenza (come più di un membro del Parlamento, in verità), ma rappresenta un pezzo di Paese e io non smetterò mai di amare una democrazia come la nostra, capace di dare spazio ad ogni idea (degli italiani, mica solo di Salvini).

Per arrivare dov'è arrivato, va infine detto che il senatore in questione ha comunque dovuto vincere più di una gara e dimostrare dunque più di un "numero".

Ora vediamo se riuscirà a sostenere questo governo di salute nazionale o se continuerà ad essere in maggioranza e all'opposizione in contemporanea. Capriola che non gioverebbe al Paese.

Entrando in maggioranza e spiazzando tutti ha peraltro dimostrato ancora una volta di essere un abile politico.

comments powered by Disqus