Disabili e vaccinazioni, serve un cambio di passo

La campagna vaccinale, per i disabili trentini, è partita col piede sbagliato. prima esclusi, poi salutati con roboianti promesse pubbliche, ma nei fatti ancora in attesa per la maggior parte. La lettera di una mamma, la risposta del nostro Direttore.

Disabili e vaccinazioni, serve un cambio di passo

Gentile Direttore, questo nostro tempo segnato dal flagello del coronavirus ha drammaticamente sconvolto l'esistenza di ognuno di noi.Nessuno avrebbe mai immaginato quale scombussolamento questa pandemia,tuttora in atto,avrebbe arrecato in termini di sofferenza fisica e morale all'interno delle nostre comunità.Chiaramente a farne le spese maggiori sono da sempre le persone più fragili come gli anziani e tutti quelli che sono affetti da gravi patologie croniche altamente invalidanti.Risulta pertanto incomprensibile che nel piano vaccinale predisposto a livello nazionale le persone disabili non siano state equiparate allo status delle persone anziane in quanto persone per loro natura intrinsecamente fragili, con pluripatologie congenite di tipo degenerativo e aspettative di vita precarie.

Le persone disabili,come quelle anziane,necessitano di cure assidue e conoscenze specifiche da parte dei caregiver familiari,ragione per cui nel malaugurato caso di ricovero ospedaliero il carico assistenziale rischia di farsi più oneroso e problematico per il personale medico/infermieristico in assenza di una formazione adeguata e di qualunque familiare in loco.

Ora, si da il caso che in alcune realtà italiane e in ordine sparso, sia stata data priorità d'accesso alla somministrazione vaccinale per i disabili in quanto ritenuti per definizione soggetti altamente vulnerabili, mentre in altre realtà, fra le quali ahimè il nostro amato Trentino sia prevalsa una diversa lettura interpretativa del concetto di persone ad alta fragilità. Questo crea un precedente molto imbarazzante e discriminatorio: non è pensabile che la priorità d'accesso alla vaccinazione dei disabili sia oggetto di discrezionalità o di sensibilità più o meno accentuata.

Ci auguriamo pertanto che sia a livello nazionale quanto a livello locale venga fatta chiarezza al più presto sull' accesso prioritario alla vaccinazione anticovid per tutte le persone disabili e i loro caregiver. Lo chiedo in prima persona come mamma di un ragazzo "speciale"e poi a nome di tanti familiari che come me auspicano un coraggioso cambio di passo nell'agenda sanitaria.

Margherita Rizzonelli 


 

Incomprensibile la scelta di non scegliere

Serve davvero un cambio di passo. Servono priorità chiare. Servono regole. Risulta anche a me incomprensibile la scelta di non scegliere: l'incapacità di prendere una posizione netta, mettendosi dalla parte di tutti i più fragili di questa società sempre più impaurita frastornata. Gli anziani indubbiamente andavano messi al primo posto. Ma non mettere insieme a loro le ragazze e i ragazzi speciali, per usare la sua definizione piena di poesia, è un errore grave. Da qualsiasi punto di vista. Spero che pubblicare il suo appello garbato, me lo lasci chiamare così, convinca chi guida la nostra autonomia a trovare una soluzione, a inventarsi una strada diversa. La nuova ministra e l’assessora Segnana, a parole, hanno preso degli impegni precisi, ma i risultati non si sono ancora visti. E in tal caso non serve coraggio, basta un po’ di sano buonsenso. 

lettere@ladige.it

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