Scuola, la lezione di Carlo Magno
Una ragazza di prima media ha scritto cosa ha imparato a scuola, in particolare su Carlo Magno. E il Direttore risponde
Egregio direttore, di Storia, l'ultima settimana che eravamo in classe, abbiamo studiato Carlo Magno. Lo studiamo ancora oggi non per le guerre ma perché, nonostante tutti i problemi dell'alto Medioevo (malattie, povertà, insicurezza...), fece costruire scuole dappertutto nelle abbazie e nel suo palazzo. Il mio libro dice anche che, con un proclama dell'802, dispose che tutti ci mandassero i giovani. Se perfino allora si era capito che la scuola è fondamentale per tutta la società, anche noi dobbiamo riaprire subito le scuole! Visto che tutti i negozi sono aperti, chi governa non ha scuse secondo me.Anche se erano potenti, abbiamo dimenticato coloro che governarono nel Medioevo facendo sprofondare la gente nelle guerre e nell'ignoranza. Carlo Magno è passato alla storia perché ha investito i soldi dell'impero nelle scuole e così ha preparato un futuro migliore.
Elisabetta, prima media
Prima di tutto grazie per la tua lettera, cara Elisabetta. Bella anche l'immagine piena di girasoli che hai incollato sulla busta. Mi pare ancor più bello il tuo modo di ricordare Carlo Magno rispetto a ciò che ha fatto per la scuola. Ci sono infatti conquiste che spesso passano in secondo piano. E anche alcune sconfitte, rischiano in un certo senso di fare la stessa fine. È il caso della scuola: la grande sconfitta di questo tempo sospeso, un tempo in cui gli studenti - tutti - sono stati sempre messi all'ultimo posto. Facci caso Elisabetta: anche la riapertura di domani (elementari e materne) fa pensare a un contentino ai genitori più che a una risposta ai giovani che hanno voglia e bisogno di tornare fra i banchi. Come se la scuola avesse come compito principale quello di rendere meno complicata la vita dei genitori. La scuola, come dici tu, è fondamentale per tutta la società. Non solo perché di lì passa il nostro futuro, ma anche perché ciò che non riuscirete a vivere in questo secondo anno "spezzato" non lo rivivrete più. Ci sono anni che si confondono in altri anni, per noi adulti. Ma ci sono invece stagioni irripetibili, per voi giovani: il primo brutto voto, la prima grande soddisfazione, il primo bacio, l'amicizia della vita, un'infinità di riti di passaggio, di "per sempre" e di "mai più" e molto molto altro. Ebbene, tutto questo non tornerà: perché dopo due anni quelle stagioni sono passate, per voi. E per far ripartire una scuola ben organizzata come la nostra - con un po' di attenzione ai trasporti e agli assembramenti che si formano all'esterno degli edifici e non certo in classe - qualcuno, a Roma non meno che qui, avrebbe dovuto prendersi delle responsabilità: perché il futuro non sarà migliore se voi non potrete costruirne un pezzo - insieme - di giorno in giorno. Come tu hai studiato in questo periodo, anche se con la didattica a distanza, la portata delle riforme di Carlo Magno ha influenzato e persino condizionato i secoli successivi. Alla faccia di mille altri problemi che certo meritano uguale attenzione, ma che non possono far passare la scuola sempre in secondo piano.
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