Pagina Facebook chiede il referendum su Life Ursus

Il promotore è un agricoltore: in cinque giorni oltre 1.500 consensi

di Giorgia Cardini

Sulla scia dell’allarme provocato dall’aggressione della scorsa settimana a Cadine, qualche giorno  fa è nata la pagina Facebook Pro referendum Life Ursus, cui da oggi si è aggiunta anche una petizione sul popolare sito Change.org (www.change.org/p/provincia-di-trento-referendum-abrogativo-progetto-orso). L'autore è un agricoltore trentino che chiede di mantenere l’anonimato e che ha subìto finora solo qualche danno limitato da incursioni di orsi. Ma il suo intento è chiaro: accendere il dibattito e raccogliere più adesioni possibili tra i trentini perché possa essere promossa una consultazione popolare sull’opportunità di portare avanti il progetto Life Ursus.

«Il progetto ha perso il controllo! - si legge sulla pagina Fb -. È giusto vivere nella paura di passeggiare nei nostri boschi per una scelta politica a noi imposta? Possiamo scegliere». E ancora: «Un referendum può portare alla decisione giusta! Giusto non significa eliminare il progetto Life Ursus, ma neppure mantenerlo. Giusto è dare modo alla popolazione di scegliere. Che sia un esito positivo o negativo... Sarà un esito scelto!». Aggiunge, a voce, il promotore: «Avere nei boschi l’orso in sé è una buona cosa, ma dev’essere raro vederlo e sentirne parlare. Invece ora gli incontri e gli attacchi stanno diventando troppo frequenti, tanto che ormai anche noi abbiamo paura ad andare a funghi». Il primo post è del 12 giugno e in cinque giorni la pagina ha suprato 1.500 «like», in crescita ora dopo ora soprattutto negli ultimi due giorni.

Ma, nonostante i consensi, alcuni commenti a uno dei post rilevano che non è sufficientemente chiaro l’obiettivo proposto, mentre altri - pur apprezzando - dubitano che  i problemi generati dalla convivenza tra plantigradi e umani si possano risolvere con un voto popolare, dato che si tratta di un progetto europeo. Ma ci sono anche i sostenitori, senza se e senza ma: «Dobbiamo fare la voce grossa anche noi - scrive una donna - non solo pochi animalisti che chissà mai se ci vanno nei boschi, a vedere le loro beneamate creature. Io vedo sempre meno gente!». «Per me, oltre al lavoro - commenta la gestrice di un rifugio -, vivere la montagna è principalmente relax e libertà di andare e girare nel bosco sia di giorno di sera e di notte. La reintroduzione dell’orso non l’ho mai vista bene perché comunque l’orso è un animale per natura feroce, anche se personalmente non ho mai avuto problemi di nessun genere, sebbene lo abbia visto transitare più volte nel corso degli anni. Ora il progetto si vuole ampliare inserendo lupi e linci di questo passo non vorrei un domani essere costretta a barricarmi in casa come succede in città senza più la Mia Libertà (per scelta) di vivere in montagna dove altri hanno deciso di popolare il bosco con animali che questa libertà la tolgono e non solamente a me».

«La soluzione la devono trovare le istituzioni competenti. Il referendum deve essere disposto per far sentire la voce della gente. L’orso in libertà e così vicino ai centri antropizzati è un pericolo!», scrive un altro. E c’è chi chiede l’eliminazione fisica dei plantigradi, senza tanti complimenti: «Bistecche per tutti!».

 

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