Diserbanti e salute: Bolzano vieta il glifosato

È stata approvata dal consiglio provinciale di Bolzano una mozione del Movimento 5 Stelle che vieta l’uso del glifosato e di prodotti contenenti glifosato su tutte le aree pubbliche. Il glifosato è il principio attivo più usato al mondo negli erbicidi (diserbanti), spiega il M5S. «Tanti istituti di ricerca indipendenti, tra i quali anche l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), sostengono che l’utilizzo del principio attivo provochi danni alla salute e classifica il glifosato come probabilmente cancerogeno per l’essere umano».

«Il divieto d’utilizzo del prodotto rappresenta un passo importante per la salvaguardia della salute degli altoatesini. Inoltre consta la volontà di mettere in atto il principio di precauzione (la salvaguardia della salute prima di tutto!) e di evitare l’impiego di glifosato», si legge in una nota.

Anche in Trentino, nei mesi scorsi, il movimento Cinque stelle aveva denunciato, tramite il consigliere provinciale Filippo Degasperi, aveva denuncitao in un'interrogazione l'utilizzo in Trentino del diserbante.

Il tema è oggetto anche di una campagna promossa nella vicina provincia di Belluno dal gruppo Coltivare condividendo, attivo sul fronte delle pratiche sane in agricoltura e organizzatore di numerosi eventi, fra i quali «Chiamata a raccolto», che si svolge in autunno a Feltre.

Il sodalizio ricorda che recentemente la Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), emanazione dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha emesso un verdetto pesante su cinque pesticidi molto usati in agricoltura: «Si tratta di un erbicida (glifosato) e due insetticidi (malathion e diazinon), dichiarati probabili cancerogeni per l’uomo.

Sicuramente il più noto è il glifosato, l’erbicida più usato al mondo. (si ritiene che circa il 70% della terra arabile del pianeta è trattata con questo diserbante).
Molto usato nelle coltivazioni di piante Ogm definite Roundup Ready, dal nome del primoerbicida a base di glifosato realizzato e brevettato dalla multinazionale Monsanto
La Iarc dichiara che sono davvero molti i danni che il glifosato provoca alla salute umana.
I principali sono la cancerogenicità, soprattutto il linfoma, il carcinoma della mammella del tipo estrogeno-sensibile, i tumori della sfera riproduttiva, l’infertilità maschile, sempre più diffusa, in persone sempre più giovani, la disbiosi intestinale.
Ma molte altre patologie sono sospettate in base ai dati degli esperimenti.

Il glifosato è molto utilizzato nei vigneti intensivi (le strisce giallo-arancioni sotto i filari di vite ne evidenziano l’utilizzo). Inoltre, il glifosato è l’ erbicida più usato da enti locali per diserbare strade, parchi
spazi pubblici (ma anche i privati lo usano nei loro viali e davanti le loro abitazioni).

Molte le segnalazioni e le preoccupazioni espresse dai cittadini dinnanzi all’irrorazione distrade e parchi, anche in pieno centro abitato.
Questo è veramente grave, anche perché visono delle normative ben chiare che vietano l’uso di erbicidi in ambiente urbano.

Riteniamo importante che sia finalmente bandito l’utilizzo del glifosato, che i sindaci (come massimi responsabili della salute pubblica dei cittadini) prestino molta attenzione alle indicazioni dell’Oms e ai rapporti Ispra sull’inquinamento delle falde acquifere, dovuto principalmente al glifosato.

Un’altra considerazione da fare è la sottostima della classe di rischio, assegnata ai diserbanti dal ministero della salute, con particolare riguardo a quelli con principio attivo glifosato

È vitale che ognuno di noi faccia sentire la propria voce, sollecitiamo tutti a richiedere all’ufficio tecnico del proprio Comune il nome commerciale e la scheda di sicurezza del prodotto utilizzato per diserbare strade e spazi pubblici.

Non nuoce ricordare che alcuni Stati europei ne hanno da tempo vietato la vendita (Russia eDanimarca) mentre l’Olanda lo ha fatto qualche mese fa, con un decreto del Parlamento e la Francia ci sta lavorando.

La storia recente della medicina mostra che c’è un tempo di latenza troppo lungo, di almeno un paio di generazioni per arrivare a eliminare dal mercato una qualsiasi sostanza tossica (amianto Ddt eccetera). Il procedimento è complesso e gli interessi in gioco sono molto forti.

Tutto nasce da un errore di fondo, quello di non rispettare sistematicamente il principio di precauzione....», conclude Coltivare condividendo.

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